Insigne, il Magnifico Azzurro…
Lorenzo Insigne ha trascinato la Nazionale italiana alle Final Four di Nations League. Contro la Bosnia, il capitano del Napoli ha sciorinato una prestazione di altissimo livello e l’Italia ha meritatamente vinto per 2-0.
Mai una giocata banale da parte dell’ottimo Lorenzo. È sempre stato nel vivo dell’azione incantando con colpi di classe sublime i tanti spettatori davanti la TV e i pochi presenti nello stadio.
Vederlo giocare in quel modo è stato uno spettacolo che avrà di sicuro riconciliato gli italiani con il gioco più bello del mondo e soprattutto con la Nazionale. Quella allestita da Roberto Mancini è una squadra che vince e diverte esprimendo un gran bel calcio e che sa sacrificarsi in un pressing ossessivo. Sacrificio da quale non si sottrae Insigne in virtù di una maturità psico-fisica raggiunta grazie ad un uomo al quale deve molto: Rino Gattuso. Con il mister azzurro “il Magnifico” è cresciuto tantissimo in personalità. Cosa che gli ha permesso di mutare da potenziale fuoriclasse a fuoriclasse conclamato a livello internazionale.
Sono ormai un ricordo quelle partite in cui insisteva ossessivamente in giocate fine a sé stesse e nella ricerca del gol “a giro”, ignorando spesso i compagni meglio piazzati. Per molti tifosi partenopei, che in quel suo modo di giocare intravedevano una notevole dose di spavalderia, egoismo e protagonismo, meritava di essere additato come un ragazzotto viziato e pertanto andava fischiato. Ma quello di quel periodo ormai lontano era un altro Insigne, più giovane e ancora immaturo.
Oggi è tutta un’altra cosa, gioca soprattutto per la squadra, sia essa il Napoli o la Nazionale non ha importanza. Quando c’è da difendere lo si vede addirittura rincorrere l’avversario fin dentro la propria area, conquistare palla e avviare subito micidiali ripartenze. Atteggiamento questo che appartiene solo ai grandi calciatori, ai cosiddetti leader, ossia quei campioni che godono della stima e della fiducia di tutti i compagni di squadra. Stima che Insigne ha saputo conquistare a suon di prestazioni straordinarie e che rendono fiero tutto il popolo napoletano.
Giocare con la maglia della Nazionale numero 10 e con la fascia di capitano al braccio è un’esperienza che nessun calciatore napoletano aveva vissuto finora. Lui è il primo e ne è pienamente consapevole. E sa anche che da oggi in poi non dovrà e non potrà deludere i tanti, tra addetti ai lavori e tifosi sparsi nel mondo, che lo considerano il “primo”, il migliore, “il Magnifico” tra i calciatori italiani: domani in campo contro il Milan sarà ancora “il Magnifico”.
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