Contropiede Azzurro

Addio a Mario Scotti Galletta

Se n’è andato, in punta di piedi, con la dignità e la grande signorilità che ha contraddistinto sempre la sua persona Mario Scotti Galletta, con i suoi storici baffoni e gli occhi azzurri, dopo una lunga e dolorosa malattia. Si è spento domenica notte all’ospedale Fatebenefratelli, all’età di 70 anni, assistito con amore e rispetto dalla moglie Barbara Damiani ed i figli, entrambi pallanuotisti, Andrea e Riccardo.

L’ultimo sorriso glielo hanno regalato i ragazzi del 78, quelli che insieme a lui avevano vinto l’oro mondiale a Berlino, quando, a dicembre di due anni fa, quel Settebello fu premiato con il Collare d’Oro al Merito Sportivo, massimo riconoscimento per un atleta. Tutti i vecchi compagni, da Sante Marsili ad Alberani, si strinsero attorno alla sua carrozella per festeggiarlo come meritava. Col Settebello, oltre alla vittoria iridata a Berlino nel 1978, spicca il bronzo nel 1975 a Calì in Colombia. Vinse con la sua Canottieri 4 scudetti (1973, 1975, 1977, 1979)nonchè il trofeo più prezioso, la Coppa dei Campioni a Palermo nel 1978, battendo i campioni uscenti del CSK Mosca.

Mario era arrivato a 12 anni alla Canottieri iscritto dal padre al corso di nuoto, ma sin delle prime bracciate fu conquistato dalla pallanuoto:sarebbe stato l’amore più grande della sua vita! Imparò il difficile mestiere di portiere dal mitico Nando Lignano, studiandone i gesti nei minimi dettagli; A 16 anni l’esordio in serie A. L’unico grande rammarico della sua splendida carriera fu la mancata convocazione per le Olimpiadi di Mosca 1980: una ferita che si è sempre portato dietro, sempre però con rispetto e dignità.

Mario Scotti Galletta ha avuto anche il grande merito di lanciare la pallanuoto femminile in Italia. Nel 75, dopo aver assistito a un’esibizione di ragazze olandesi, decise di promuovere il movimento in Italia, con i risultati che non meritano altri commenti. Creò la prima squadra femminile il Fuorigrotta, nella quale giocava la moglie Barbara Damiani, attuale allenatrice della squadra femminile dell’Acquachiara. Andrea, il figlio più grande è stato grande protagonista del Posillipo e della nazionale ed attualmente è capitano della Rari Nantes Salerno grazie all’insegnamento di due grandi maestri genitori e dall’amore per uno sport che ha dato tanto alla città di Napoli. Mario è andato vicino allo scudetto anche come allenatore della Canottieri allorquando fu sconfitto, nel 1985, dal Posillipo in finale in una piscina Scandone gremita. Grande maestro di sport e quindi di vita ha insegnato l’arte del sacrificio ai suoi ragazzi in uno sport faticoso dove però ci sono pochi soldi e poca gloria, ma grandi valori ed amicizia indistruttibile.

Di rilievo ci fu la sua partecipazione al film di Nanni Moretti “Palombella Rossa” girato 31 anni fa ad Acireale, film fortemente voluto dal regista romano, ottimo pallanuotista in gioventù, realizzato come atto di amore verso uno sport poco conosciuto ma degno e nobile. Famosa la scena del rigore parato a Nanni Moretti nel film.

Personalmente ho tanti ricordi di Mario, da quando mi accompagnò alla leva del Posillipo negli anni 70 poichè non riuscii a presentarmi in tempo a quello della Canottieri per la febbre, alle tante partite che negli ultimi anni avevo l’abitudine di vedere affianco a lui alla Scandone (non mancava mai)insieme ad alcuni amici e compagni di un tempo. Addio grande persona, grande atleta e grande uomo: ci mancherai tanto!