Quello del prolungamento dei contratti sembra essere un fastidioso ronzare di una mosca che può sporcare un bel grappolo d’uva bionda. Spalletti, miglior allenatore del mese; Osimhen, miglior attaccante del mese; Koulibaly, miglior difensore del mese. Migliora difesa, primi in classifica, ma c’è quella mosca o zanzara che può dare molto fastidio. Da sei mesi almeno si parla del prolungamento del contratto di Insigne. Nessun accordo è stato ancora trovato e si cammina sulle sabbie mobili. Ma Insigne non è il solo a voler capire quale sarà il futuro: Mertens, Ghoulam, Ospina, Ounas hanno il contratto in scadenza. Fabian Ruiz, con un contratto in scadenza il 2023 pare sentire le voci del Manchester United che potrebbe veder partire Paul Poga e per Anguissa occorre far presto.
Luciano Spalletti, in poco più di due mesi, ha contribuito non poco perché il Napoli conservasse la sua struttura e non risentisse del cambio di passo del tecnico che ha potuto intervenire su una trama già scritta apportando modifiche tecniche e mentali. Ora la palla – è il caso – passa a De Laurentiis, Chiavelli e Giuntoli che dovranno lavorare nei prossimi tre mesi in modo da stabilizzare tutte le situazioni in sospeso. Si tratta in pratica dell’intera squadra e arrivare alla fine del campionato con l’obiettivo raggiunto (o il doppio obiettivo ) senza certezze, significa inficiare il prossimo campionato. Luciano Spalletti è un allenatore che costruisce e da buon contadino – come ha detto più volte, semina: tocca al duo ADL-Chiavelli dare certezze in prospettiva.