Ascierto: quando la lotta al Covid-19 si affronta con orgoglio partenopeo e fede bianconera
E’ uno dei primi scienziati al mondo per la cura del Melanoma ed è il Direttore dell’Unità di Melanoma, Immunoterapia Oncologica e Terapie Innovative del “Pascale” di Napoli. Paolo Antonio Ascierto, difeso da Parthenope con le unghie e con i denti in ogni dove, è la punta di diamante, l’eccellenza napoletana in campo, l’esponente migliore, stimato e amato ad ogni latitudine. Eppure, l’uomo che sussurrava al Tocilizumab di addomesticare il Coronavirus, nella sua grande perfezione presenta un piccolo difettuccio. Un puntino piccolo piccolo. Un puntino nero. Anzi, un puntino bianconero. Perché questo stimato luminare che opera all’ombra del Vesuvio ha una fede calcistica che va in netta antitesi con l’ambiente che lo circonda.
Dottore, iniziamo questa intervista con una domanda semplice: come vive la sua fede calcistica circondato dai “sanguigni” tifosi napoletani che – comunque – la amano a prescindere? – “La vivo in maniera molto divertente, perché fortunatamente c’è un rapporto goliardico con tutti gli amici e le persone che conosco. Devo dire che i più accaniti da questo punto di vista – cioè mi mettono letteralmente in croce – sono Gigi, Ross e Alessandro Bolide
(Gigi & Ross con Bolide hanno spesso collaborato con la Fondazione Melanoma, coordinata da Ascierto, nata grazie al sostegno dell’Istituto Nazionale Tumori Fondazione “G. Pascale” e della Seconda Università degli Studi di Napoli n.d.r.) – Ma se Ross e Bolide lo fanno in maniera simpatica, Gigi lo fa in modo antipatico, motivo per cui io…ce l’ho con lui!”
Mi racconti un aneddoto curioso sulla sua fede calcistica legato alla sua attività di medico al Pascale – “Un aneddoto curioso e molto simpatico risale a diversi anni fa quando la Juve perse col Napoli in casa 3 a 2. Prima vinceva 2 a 0 e poi…perse. Io mi trovavo a Washington al convegno della Società di immuoterapia del Cancro, era novembre se non erro,
e seguivo la partita su Internet. Alla fine mi arrivarono pure degli sfotto’ ma il tutto non fu vissuto in diretta, quindi fu una situazione molto tranquilla. Quando ritornai dagli USA, però, al bar del Pascale trovai una scritta – era il periodo dell’influenza aviaria – il dottor Ascierto non si è fatto vedere in istituto perché affetto dalla sidrome influenzale J2 – N3, riferendosi, chiaramente, al risultato di 2-3 della partita di Torino” (Anno 2009 – Juventus-Napoli 2-3 Trezeguet, Giovinco, Hamsik, Datolo, Hamsik n.d.r.)
Lei è un grande fan di Cristiano Ronaldo ed ha avuto l’onore di avere una prima pagina di Tuttosport
con un appello lanciato al fuoriclasse portoghese, a sostegno della ricerca. Ha avuto, diciamo cosi, riscontri “bianconeri”? – “Devo dire che ci sono stati dei riscontri, non direttamente con Ronaldo, ma nell’ambito del giro Juventus, assolutamente si“.
Veniamo alle note dolenti…Maradona o Ronaldo? Sarri o Allegri? – “Beh, da juventino dico Ronaldo, però come non riconoscere il talento del Pibe de Oro! Per quanto riguarda Sarri dico che a Napoli ha fatto molto bene. Ma io con la Fondazione Melanoma, però, ho fatto un opuscoletto con Allegri per la prevenzione del melanoma e quindi non posso che dire Allegri“.
Ha mai messo piede al San Paolo, lo stadio però…non l’ospedale! – “Si, sono stato al San Paolo tante volte, e devo dire che ho sempre portato male alla Juve e bene al Napoli, soprattutto quando andavo a vedere le partite con mio fratello Mario. Soltanto in un caso mi è andata bene ed è stato con un 3 a 1, quando segnò Pogba. Mi trovavo lì con mio figlio Luca e quello, probabilmente, è stato l’elemento determinante” (Per la cronaca, anno 2015, apre Pogba, pareggia Britos e poi Caceres e Vidal fanno il resto e – sempre per la cronaca – speriamo di rivedere il dottore ancora al San Paolo, ovviamente senza Luca).
Tornando al Covid -19, come sta andando con il Tocilizumab, è sempre cauto il suo ottimismo? Quando avremo a disposizione i primi dati ufficiali sulla sperimentazione? – “Sempre cauto ottimismo e i primi dati li avremo per fine aprile, inizi di maggio”.
Le lascio spazio per le conclusioni, cosa vuole aggiungere? – “Vede, la ricerca è il miglior investimento che noi possiamo fare con i nostri figli, quindi di sicuro andrà potenziata nei prossimi anni. Dopo di che l’unico strumento che abbiamo attualmente per contenere l’infezione è restare a casa, con l’isolamento contenitivo. State a casa, non finirò mai di dirlo…anzi. In questi ultimi giorni ho visto come se si fosse un pochino allentata la tensione e non va bene. C’è questa voglia di festa ma vi assicuro che qui in ospedale ancora nessuno fa festa. Qui si combatte: restate a casa”.





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