
Barcellona-Napoli, l’altalena delle emozioni
Centottanta minuti (se basteranno), per stabilire chi proseguirà l’avventura verso gli ottavi di Europa League. L’attesa, in un’altalena di emozioni spacca il cuore e la mente in considerazioni che si contrappongono. E viene alla mente il libro di Maurizio De Giovanni, “Il resto della settimana”, diario intimo del tifoso, quando elenca i Malati (del Napoli) con sintomatologia multiforme secondo il carattere dell’ammalato. C’è Salvatore l’Entusiasta (andiamo a vincere, e che problema c’è); Raffaele il Disfattista (ma non ci mettete il pensiero. E Raffaele era la principale causa della consumazione del cavallo dei jeans); Luigi è il Sofferente (vi abbranca la mano e stringe: e tutti con i lividi sul braccio).
E questa sera si parte, si va alla conquista del Barcellona dopo aver sentito le parole di Luciano Spalletti in conferenza stampa. Il peso della gara si sente tutto ma allontanando le emozioni, resta pragmaticamente una partita alla portata del Napoli che affronterà una squadra di alta classifica, ma in piena ricostruzione che non è più guidata da Lionel Messi e non ha quella personalità del Barca di Josep Guardiola.
Al Napoli manca ancora al 50% la consapevolezza di essere una big, sfrontata e autorevole pur avendo alle spalle dieci anni di esperienza europea con grandi prestazioni da incorniciare. Non a caso, quando a luglio si presentò, Spalletti disse: “ Voglio una squadra di scugnizzi sfacciati convinti del loro talento” e questo percorso non è stato completato: nel momento più difficile con soli 13 uomini a disposizione, è venuto fuori il coraggio della disperazione; poi qualche pausa di vanità che ha annullato il cinismo necessario per mettere sotto squadre meno attrezzate del Napoli.
E a Barcellona il Napoli si presenterà domani con tutte le carte in regola per potersela giocare alla pari in attesa di concludere la pratica al Maradona ancora con una capienza ridotta.
Salvatore l’Entusiasta direbbe: “Andiamo a vincere”. E la vera novità sta nel capovolgere la realtà di un Barcellona non più sul trono, perche è sceso sulla terra, e potrebbe temere il Napoli più di quanto il Napoli abbia da temere il Barca.
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