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Calcio e politica: da Sollier a Lucarelli

Con il calcio giocato assente per i noti motivi legati al Covid-19, a giocarsi una partita senza esclusione di colpi sono solo i politici. Ieri sera, infatti, le parole pronunciate dal premier Giuseppe Conte contro i leader dell’opposizione durante il suo intervento in TV a reti unificate, hanno scatenato un putiferio sui social tra i fan dell’una e dell’altra parte politica, coinvolgendo di sicuro anche i tifosi veri, ossia quelli che sono a “rota” di partite di pallone da più di un mese.

Sulle tematiche della politica attuale sarebbe interessante leggere anche qualche opinione di calciatori in attività ma, come avviene da sempre, non sono molti i giocatori che abbiano avuto il coraggio di manifestare apertamente il proprio credo politico. Di seguito un breve racconto di alcuni di loro che, in un periodo in cui la lotta tra destra e sinistra era accesissima, trovarono il coraggio di schierarsi.

 

Paolo Sollier (età 72 anni)
Calciatore del Perugia degli anni settanta, contribuisce alla vittoria nel campionato di Serie B e poi partecipa alla prima stagione in Serie A della squadra umbra. Pur essendo un giocatore a tempo pieno non ha mai rinunciato all’impegno politico. La sua notorietà è dovuta principalmente al libro “Calci e sputi e colpi di testa”, pubblicato nel 1976, nel quale il calciatore racconta la propria militanza in Avanguardia Operaia e descrive il mondo del calcio da un punto di vista alternativo rispetto ai colleghi. Diventa emblematico il suo saluto col pugno chiuso rivolto ai tifosi del Perugia, un gesto che gli provoca l’antipatia delle curve di stampo neofascista, in particolar modo quella della Lazio.

Paul Breitner (età 68 anni)
Fantastico centrocampista del Bayern, del Real Madrid e della nazionale tedesca, Breitner mostra fin dall’inizio degli anni settanta un carattere ribelle, manifestando apertamente ideologie di sinistra. Come quando in una foto posa con il “Libretto Rosso” di Mao Tse-tung che porta sempre con se. Anche il look è molto riconoscibile: folta capigliatura arricciata, per la quale era soprannominato Der Afro e barba ispida. Ma i comportamenti del calciatore, secondo alcuni contraddittori per aver spesso preferito l’odore dei soldi alla la sua fede comunista, gli procurano diverse critiche spesso feroci.

Stefano Tacconi (età 62 anni)
Dopo il ritiro dall’attività agonistica, l’ex portiere della Juventus Tacconi tenta d’intraprendere la carriera politica. Le sue simpatie nei confronti della destra le manifesta candidandosi per Alleanza Nazionale alle elezioni europee del 1999, dove viene sconfitto. Nel 2005 annuncia di volersi presentare come candidato presidente della Regione Lombardia con il Nuovo MSI, ma non riesce a presentare le firme sufficienti per sostenere la sua candidatura. Nel 2006 si candida per Alleanza Nazionale a consigliere comunale di Milano, a sostegno di Letizia Moratti, ottenendo tuttavia solo 57 voti che non gli valsero l’elezione.

Diego Armando Maradona (età 59 anni)
Maradona non ha mai nascosto l’amore per il denaro, ma da uomo di sinistra qual è non ha mai nascosto lo schifo che prova nel vedere tutti questi soldi sperperati nel mondo del calcio. Chavez e Fidel hanno convertito ed investito Maradona del Verbo Rivoluzionario che bisogna essere inseminato in tutto il pianeta affinché la visione capitalistica non prenda il sopravvento. Nella sua autobiografia “Io sono El Diego” l’ex fuoriclasse del Napoli e della nazionale argentina racconta di quando, a colloquio con Giovanni Paolo IIchiede al Sommo Pontefice di fare qualcosa di concreto per aiutare i poveri e vendere i beni del Vaticano. Sempre nella biografia scrive di condividere il pensiero di Marx e dei grandi comunisti dell’America Latina. Maradona è poi diventato un militante attivo da quando Fidel Castro gli ha permesso di fare a Cuba una cura dimagrante mista a disintossicazione.

Paolo Di Canio (età 51 anni)
Ex Juventus ed ex Napoli, Di Canio debutta in Serie A con la maglia della Lazio prima di girare l’Italia e l’Europa. Torna alla Lazio nella stagione 2004-2005, rinunciando a tre quarti del suo stipendio in Premier League, e nella gara contro la Juventus viene squalificato a causa del saluto romano rivolto ai tifosi della propria curva. Il tatuaggio con la scritta Dux che ha sul braccio solleva diverse polemiche alle quali il calciatore replica così: “Non rinnego le mie idee, ma il saluto romano sotto la curva Nord. È la cosa di cui mi più mi pento nella mia carriera”.

Cristiano Lucarelli (età 44 anni)
Nel 2004 scrive il libro “Tenetevi il miliardo”, dove dichiara l’amore per la squadra della sua città natale, Livorno, e di essere favorevole a trasferirvisi anche a costo di dimezzarsi lo stipendio e scendere di categoria. Cosa che accade nell’estate del 2003 quando il giocatore lascia il Torino militante nella massima serie, per passare al Livorno neopromosso in Serie B. L’ex centravanti di Livorno e Napoli, ora allenatore, non ha fatto mai mistero delle sue simpatie comuniste: “Essere comunista, nel calcio, non è un vantaggio. Per me di certo non lo è stato. Ma io sono così, e non sono neanche un attivista. Ho le mie idee, e questo è tutto. Nel calcio c’è sempre qualcuno che è interessato a quello che succede fuori dal campo. Questo è anormale. Essere normali, nel calcio, è anormale…”.  “…Ci siamo io e Zampagna, dichiaratamente a sinistra, ma ce ne sono tanti altri che preferiscono non esporsi per paura di essere penalizzati durante la loro carriera”.

 Negli ultimi 15 anni, tra i calciatori che hanno manifestato simpatie nei confronti della destra ci sono Buffon, Fabio Cannavaro e Abbiati. Quest’ultimo nel 2008 fu criticato da una parte della stampa per aver dichiarato di condividere ideali come la “patria” e i valori cattolici. Così come Alberto Aquilani, ex Roma e Fiorentina, che affermò di fare collezione di busti di Mussolini. Progressista, invece, sembra essere Marchisio, l’ex centrocampista della Juventus e della nazionale, che in più di un’occasione è intervenuto sui problemi relativi all’immigrazione.

Roberto Rey

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