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Calcio, il nodo dei contratti e dei prestiti in scadenza al 30 giugno 2020

 In questa lunga estate del calcio internazionale, a causa del Covid-19, si è ancora in attesa della soluzione per la complessa situazione dei contratti in scadenza al 30 giugno 2020. Già dal 26 aprile (Ancora nessuna decisione per i calciatori in prestito o in scadenza di contratto) ho manifestato forti dubbi sulla possibilità di una proroga generale da parte della FIFA per dare la possibilità di completare la stagione che, oramai è assodato, laddove ricominci, terminerà nel mese di agosto.

A giochi regolari pertanto, dal 1° settembre 2020, inizio della prossima stagione, il giocatore svincolato al 30 giugno, ovvero a fine prestito o con contratto scaduto, inizia la nuova stagione con un’altra squadra. Potrebbe accadere che un calciatore già ceduto attraverso un accordo preliminare, nel frattempo, sfidi la sua nuova squadra. Dunque, un giocatore a scadenza di contratto 30 giugno, che ha già firmato a gennaio per un altro club,  sino a settembre non sarà ancora formalmente tesserato dalla nuova squadra ma non più a disposizione (e a libro paga) del suo vecchio club.

In base al regolamento FIFA sullo status dei calciatori (art. 18 paragrafo 2) la scadenza dei contratti è vincolata alla data di chiusura della stagione: per convenzione in aree UEFA il limite è sempre stato il 30 giugno. Pertanto in tale data è collocata anche la prima finestra di mercato che può partire solo a stagione conclusa. Di conseguenza se non si apre la finestra di mercato, non è possibile effettuare una variazione di tesseramento: questo vale sia per il calciatore che viene ceduto da un club all’altro quanto per quello che firma il contratto da svincolato per una nuova società.

Pertanto, dal punto di vista del tesseramento, con la proroga dei campionati 31 agosto, il calciatore potrà continuare a giocare solo per l’attuale club. Ma perchè ciò possa avvenire è necessario un accordo individuale tra calciatore e società, anche per la indispensabile copertura economica. Ancora in FIGC non sono state ufficializzate le date del prossimo mercato, ma si ipotizza che possa partire dal 1° settembre. Nel frattempo la FIGC (con il comunicato 203/A) ha esteso sino 31 agosto la fase nella quale sarà possibile sottoscrivere accordi preliminari per la cessione dei calciatori e lo ha fatto concedendo una speciale deroga. Per esempio Cavani, essendo conclusa ufficialmente la stagione in Francia, ha il contratto con il PSG che scadrà il 30 giugno e lo stesso firmerà certamente un nuovo contratto da svincolato a partire dal 1° luglio. Ma, se la società di provenienza fosse un’italiana, il nuovo tesseramento scatterebbe solo dal 1° settembre, rispettando la data di partenza della prossima stagione. Ed in questo caso come dovremo considerare Cavani, un dipendente o un tesserato?

La situazione è ancora più complicata in termini di scenari europei. In effetti essendo il PSG ancora in corsa Champions League, da un punto di vista di tesseramento, Cavani sarebbe bloccato sino a fine agosto, ed il PSG avrebbe il diritto di schierarlo in campo, a patto di trovare con lo stesso calciatore un accordo per il prolungamento dei termini del contratto in scadenza, come sta facendo il Napoli con Callejon (Napoli: si va verso la proroga del contratto di Callejon). Se un calciatore avesse già firmato per un altro club (legittimamente) secondo le regole FIFA non potrebbe essere contemporaneamente sotto contratto di due club: si andrebbe incontro ad una sicura sanzione.

Stesso problema per i prestiti in scadenza il 30 giugno. Ad oggi il giocatore il cui prestito è scaduto se vuole giocare lo può fare sino al 31 agosto con il vecchio club previo accordo con lo stesso, ma essendo dal 1° luglio a libro paga dalla società proprietaria del suo cartellino, dove presumibilmente perderebbe uno stipendio più alto, chi paga la differenza? Altro problema è quello (decisamente complesso) dei giocatori in prestito con diritto di riscatto che potrebbero anche non essere esercitate.

Sta di fatto che per tutti questi calciatori ci potrebbe essere il paradosso di non potere essere utilizzati, pur essendo di proprietà del club e ciò potrebbe imporre limitazioni anche alle semplici attività di allenamento. In questo momento gli unici ad avere certezze sono i calciatori con contratti della durata almeno di un altro anno. Sarà grosso il rischio che si crei un vero e proprio paradosso normativo e temporale che potrebbe creare problemi a club e calciatori. Alla fine, non essendo possibili accordi collettivi, come si pensava in un primo momento i contratti dovranno essere negoziati singolarmente. Il problema è sul tavolo e non è di facile soluzione.

Avv Claudio Russo

Comments (2)

  1. Grazie Avv. Russo per i suoi esaustivi articoli e le attente previsioni, la seguo con attenzione e spero, nel prossimo articolo, si sia trovata una soluzione.

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