Contropiede Azzurro

Capitani coraggiosi

Se il protagonista del romanzo Kipling da ragazzino viziato diventa  – a seguito di sventure  – giovane consapevole e perfetto marinaio, Lorenzo Insigne da Frattamaggiore, invece, è diventato improvvisamente il nostro eroe su campo. A fine partita ha preso la squadra per mano, così come aveva già fatto durante l’incontro, ed è corso, col cuore gonfio d’orgoglio, sotto la curva a cantare “Un giorno all’improvviso”. Ma non è stato come le altre volte, per Lorenzo. Andando lì, nell’antro della curva, ha risvegliato quell’orgoglio partenopeo seppellito da tempo in fondo agli animi neri e intorpiditi dei tifosi. Sostenitori stanchi e inebetiti da una perdurante scia negativa, ancora in stato di profondo shock dopo il mancato approccio mentale contro la Fiorentina.

Ieri sera, con gli schermi di casa fissi sul primo piano del Capitano urlante a squarciagola sotto la curva, quasi come fosse egli stesso parte di quel pubblico, lacrime di commozione sono scivolate lungo le gote del tifoso, ancora arrossate per l’apprensione di quegli ultimi minuti tirati al cardiopalmo. Per una partita gestita dal Napoli, a tratti, in modo superbo. E non importa che la Lazio abbia sbagliato un rigore, ogni tanto quella ruota gira. Ed è parso che il karma addirittura possa esistere anche qui, all’ombra del Vesuvio. Del resto, è risaputo come la fortuna aiuti soprattutto gli audaci.

E Lorenzo, il Capitano coraggioso, ha confermato di essere non solo audace, ma anche napoletano “dentro”.  Chi di noi, infatti, non avrebbe voluto stampargli un bel bacio in fronte, anche – o soprattutto  – per quel ritrovato feeling col pubblico di casa? Perfetto in campo, a partire proprio dall’azione del gol,  si è caricato la squadra sulle spalle, sostenendo i compagni e richiamando più volte l’urlo del San Paolo. Allora, forse, bisognerebbe evitare di mettere in dubbio il suo attaccamento alla maglia. Perché se è vero che, qualche volta, fa perdere la pazienza  – con la sua caparbietà nel tenere troppo il pallone o l’egoismo tipico del campione che vuol segnare a tutti i costi –  Signore e Signori, questo è Lorenzo Insigne, il Magnifico capa tosta, ex scugnizzo diventato improvvisamente uomo nella ritrovata caldera del San Paolo; Capitano del Napoli e, probabilmente da sempre, il più grande sostenitore della maglia azzurra in campo.