Secondo Calcio e Finanza, Carlo Bonomi si avvia ad essere il nuovo presidente della Lega Serie A. L’imprenditore e dirigente d’azienda italiano, attivo nel settore biomedicale e presidente di Confindustria dal 20 maggio 2020, dovrebbe essere la figura scelta dai 20 club del massimo campionato italiano per prendere il posto del dimissionario Paolo Dal Pino.
L’imprenditore avrebbe quindi superato l’avvocato Gabriele Fava, che nei giorni scorsi era stato in corsa per la presidenza. Fava era stato tra i commissari straordinari di Alitalia in amministrazione straordinaria, nominato dal ministro dello Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti nonché presidente dell’Osservatorio Risorse Pubbliche della Corte dei conti e membro del consiglio di Presidenza della magistratura contabile.
Tuttavia, la scelta sarebbe infine ricaduta su Bonomi, per la cui elezione serviranno 14 preferenze: i due terzi dell’assemblea: un risultato che sarebbe ampiamente alla portata. Lo stesso Gabriele Gravina, presidente della FIGC, auspica una soluzione definitiva: «Aspetto l’assemblea di domani della Lega A, e mi auguro che ci sia la fumata bianca sul presidente. Sarebbe un grandissimo passo in avanti e sarebbe più rispettoso della Federazione».
È dunque lui il nome nuovo -spiega Il Fatto Quotidiano- che raccoglierà l’eredità del dimissionario Paolo Dal Pino. Obiettivo: dialogare con la politica, per spingere gli interessi economici dei club, intenzionati a tornare alla carica con il governo e battere cassa sui ristori
E Il Fatto Quotidiano analizza la scelta: “La chiamano non a caso la Confindustria del pallone. Ora la Lega calcio ha deciso di diventarla per davvero, scegliendosi come presidente Carlo Bonomi, n.1 della Confederazione delle imprese e presto, forse, anche della Serie A. È lui il nome nuovo per raccogliere l’eredità del dimissionario Paolo Dal Pino e dare una nuova guida alle squadre di calcio italiane. Ecco allora Bonomi. Volto noto, tanti agganci nei palazzi che contano, abituato alle trattative e a batter cassa con lo Stato per i suoi associati. Lo faceva per le imprese di Confindustria, può ben farlo anche per le società di Serie A, che del resto sono già iscritte a Confindustria nelle varie associazioni territoriali. Un profilo coerente con l’idea che sta maturando in maniera trasversale tra i patron: presentare la Serie A sempre più come un’industria e sempre meno come un’organizzazione sportiva, prendendo le distanze della Federcalcio di Gabriele Gravina (guardato ormai con sospetto) e andando a rappresentare in maniera autonoma.