
Caso Genoa – Quanti dubbi, quanta rabbia: perchè non attendere ?
Il rischio in questo pazzo campionato è quello di spostare l’attenzione dalla gara da affrontare al timore covid. Il Napoli era già con la testa a Torino quando ha saputo della positività di 14 tesserati del Genoa. Un incubo che ha spostato la concentrazione ripensando magari ai momenti di maggior contatto in campo. Qualche dubbio è sorto quando già nell’immmediatezza della partenza Perin è risultato positivo preceduto da Shone. In tanti si son chiesti perché, non sono state attese le 72 ore per un altro test? Come si può spiegare che un giocatore manifesti sintomi con febbre e tosse dopo la partita? Perchè per poche ore è stato deciso di alloggiare in un hotel e non dirigersi direttamente allo stadio?
Comunque sul caso Genoa, si è espresso il virologo Massimo Galli, direttore del reparto malattie infettive dell’ospedale Sacco, a Sky Sport: “Tutti questi test positivi tutti insieme che vengono verosimilmente dallo stesso laboratorio qualche dubbio me lo fanno sorgere. Tale sincronia fa venire il dubbio. Mi è già capitato di trovare false positività per un errore di laboratorio. Non punto il dito né sul laboratorio, né su nulla: il concetto è che credo che tutto questo necessiti di una conferma. Stop al campionato? In questo momento occorre capire come siamo messi con lo sviluppo dell’epidemia e che questa abbia, purtroppo, la priorità sul calcio. Non credo che si rischi che il campionato sia bloccato da un momento all’altro. La vicenda del Genoa è particolare e merita conferma. Mi sarei aspetto un andamento più graduale della positivizzazione. Ovviamente tutto è possibile, ma in un caso del genere non si può che valutare con cautela la situazione”.
“I tempi dell’incubazione sono 5-6 giorni per la comparsa dei sintomi, un po’ meno per vedere il virus presente nei secreti e quindi misurabile con i test. La cosa che trovo abbastanza singolare è che tutti i nuovi positivi, lo sono diventati insieme da un test all’altro. Per quanto riguarda il Napoli, è chiaro che un test non sarebbe positivo domani, avrebbe necessità per maggior tempo. Poi ripeto: per quanto ci siano contatti durante una partita, non vedo così probabile che possa esserci stata una trasmissione o un’elevata frequenza di trasmissione”.
Anche il professor Fabrizio Pregliasco, alla Gazzetta dello Sport, ha ribadito: ” Dal momento in cui la malattia viene contratta, questa potrebbe anche non essere rilevata da tamponi effettuati fino a 72 ore dopo che il virus comincia a manifestarsi nella persona. Dunque sarà successo magari nell’allenamento di giovedì, quando il portiere Perin era già infettato senza saperlo che abbia finito per contagiare diversi compagni. I quali agli esiti di sabato erano risultati tutti negativi. Tra l’altro la malattia ha un periodo di 2-5 giorni di incubazione. Dunque possibile, anzi probabile, che Perin lo abbia contratto magari lunedì, nel giorno di riposo e poi ‘portato’ in allenamento alla squadra».
Ora il Napoli dovrà rispettare le tabelle di marcia per l’allenamento mentre aspetterà l’esito dei test nei prossimi giorni; magari Koulibaly ripenserà al faccia a faccia con Biraschi; Osimhen ripenserà al faccia a faccia con Masiello (uno dei positivi?). Sarà sostenibile questo campionato? Sarà regolare?
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