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Caso-Suarez, notificata a Fabio Paratici un’informazione di garanzia

Non si fermano le indagini relative al “casoSuarez“. L’attaccante uruguaiano, in orbita Juventus nel corso dell’ultimo calciomercato, aveva sostenuto presso l’Università di Perugia un esame di lingua necessario ad ottenere la cittadinanza italiana. Peccato che tale esame fosse una farsa: secondo la Procura del capoluogo umbro, Suarez conosceva già le 17 domande che gli sarebbero state poste, e superò il test in solo mezzora – molto meno del tempo medio della prova.

Secondo la Procura, “è emerso che i contenuti della prova erano stati preventivamente comunicati allo stesso calciatore, giungendo a predeterminare l’esito ed il punteggio d’esame, per corrispondere alle richieste che erano state avanzate dalla Juventus, con la finalità di conseguire un positivo ritorno di immagine, tanto personale quanto per l’Università”. Sono stati sospesi per otto mesi con effetto immediato la rettrice dell’ateneo, Giuliana Grego, il direttore, Simone Olivieri, ed i professori coinvolti nell’ “esame”.

In questo intrigo sono indagati – secondo la versione di Fanpage.it,  anche i dirigenti del club bianconero. Sempre secondo la Procura di Perugia, “gli accertamenti investigativi hanno consentito, altresì, di comprendere come, nei primi giorni del mese di settembre del 2020, la dirigenza del club torinese si fosse attivata, anche ai massimi livelli istituzionali, per ‘accelerare’ il riconoscimento della cittadinanza italiana nei confronti di Suarez, facendo, quindi, ipotizzare nuove ipotesi di reato a carico di soggetti diversi dagli appartenenti all’università, tuttora in corso di approfondimento.”

Nelle ultime ore la Juventus Football Club conferma che in data odierna è stata notificata a Fabio Paratici un’Informazione di garanzia e sul diritto di difesa. Il reato ipotizzato dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Perugia è esclusivamente l’articolo 371 bis c.p. La Società ribadisce con forza la correttezza dell’operato di Paratici e confida che le indagini in corso contribuiranno a chiarire la sua posizione in tempi ragionevoli.

Al momento, il reato contestato agli indagati è la “rivelazione del segreto d’ufficio finalizzata all’indebito profitto patrimoniale e plurime falsità ideologiche in atti pubblici”.

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