
Circa trenta giocatori in Serie A non sono vaccinati; ed ora con il Super Green Pass?
Se da un lato le nuove norme del decreto Natale possono ridurre l’impatto della “variante Asl”, il tema della nuova quarantena ridotta – ricorda Calcio e Finanza – non si applica a chi ha fatto la seconda dose da più di quattro mesi e soprattutto per i no vax. Un tema, quest’ultimo, su cui il calcio italiano ora si ritrova a spingere con forza.
Come spiega la Gazzetta dello Sport, con la circolare della primavera 2020 le squadre hanno a disposizione un regime speciale (con la possibilità per i contatti stretti di uscire per allenarsi e giocare), tuttavia però la presenza di calciatori non vaccinati nei vari club porterebbe le Asl a muoversi in maniera diversa considerando i rischi di un potenziale focolaio. Oltre al fatto, ovviamente, che dal 10 gennaio sarà necessario il Green Pass rafforzato (quindi vaccino o guarigione) per poter anche solo allenarsi.
Per questo le squadre, anche con la spinta dell’Assocalciatori, stanno spingendo sul tema vaccini: ad oggi, aggiunge il quotidiano, sono circa 25/30 i calciatori non ancora vaccinati, che i club stanno provando a convincere. Gli “irriducibili” sarebbero circa una decina, di cui 3/4 titolari fissi.
Tra gli altri, il Bologna negli ultimi giorni ha vaccinato i suoi tre giocatori no vax: i nomi restano coperti dalla privacy, ma alcuni indizi arrivano dai social. Sansone, su Instagram, ha infatti scritto: «I diritti umani non contano, non esiste più la libertà di scelta».
Intanto con l’ultimo decreto Draghi si apre un altro problema anche per le società che non possono obbligare il giocatore a vaccinarsi, ma può il Governo fermare il non vaccinato grazie al super green pass. E a quel punto le società dovrebbero pagare lo stipendio a chi – per propria esclusiva, irresponsabile, decisione – non vuole vaccinarsi.
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