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Conti in rosso di 69 milioni per la Juventus

Nei primi sei mesi di quest’anno – rivela La Repubblica Economia & Finanza –  la pandemia di Covid-19 è costata a Exor 5,2 miliardi di dollari, equivalenti a 4,5 miliardi di euro. È questo uno dei dati più significativi che emergono dalla relazione semestrale della holding guidata da John Elkann, alla quale fanno capo tra le altre le partecipazioni in Fca, Ferrari, Cnh Industrial, Juventus e Gedi, casa editrice de “La Repubblica”.

I 5,2 miliardi di dollari rappresentano il calo del valore di tutte le partecipazioni e delle attività finanziarie del gruppo al netto dei debiti che tra la fine del 2019 e il 30 giugno scorso è sceso da 26,1 a 20,9 miliardi di dollari. La relazione approvata il 3 settembre dal consiglio di amministrazione riflette gli effetti sulle aziende del gruppo della pandemia, la cui severità è definita “al momento attuale ancora incerta”. “Per questo motivo”, spiega una nota, “Exor non può ragionevolmente stimarne l’impatto sulle proprie operazioni e sui propri risultati”.

Così si attende con ansia il consiglio di amministrazione della Juventus che si riunirà l’11 settembre chiamato ad approvare il bilancio dell’esercizio 2019/2020, dalla relazione semestrale di Exor dove  emergono altre interessanti novità sui conti della società bianconera, oltre al dato sulla perdita netta attesa attorno ai 69 milioni di euro.

In particolare dalla semestrale della holding della famiglia Agnelli/Elkann – come chiarisce l’analisi di Calcio e Finanza –  emerge come la cassa della Juventus, che al 31 dicembre 2019 era pari a 137 milioni di euro, grazie alla liquidità raccolta con l’aumento di capitale da 300 milioni, è scesa al 30 giugno 2020 a soli 6 milioni di euro.

 Nel secondo semestre dell’esercizio 2019/2020, caratterizzato dall’emergenza Covid-19, che ha impattato negativamente sulle entrate del club, la Juventus ha dunque visto la propria cassa ridursi di 131 milioni di euro.

Contestualmente l’indebitamento finanziario lordo, che al 31 dicembre 2019 era pari a 464 milioni è sceso al 30 giugno 2020 a 396 milioni, con una flessione di 68 milioni. Parte della cassa potrebbe essere stata impiegata per ridurre il debito, mentre una parte potrebbe essere stata assorbita dalla gestione corrente.

E nella semestrale di Exor si legge: «Si segnala che le misure restrittive adottate dalle varie autorità, oltre a impedire l’accesso del pubblico al museo e ai negozi per diverse settimane (questi ultimi sono rimasti chiusi fino al 17 maggio 2020) con conseguente calo dei ricavi di merchandising, anche ha comportato l’impossibilità da parte del pubblico di assistere alle partite con conseguente riduzione dei ricavi delle partite e il rimborso pro quota degli abbonamenti 2019/2020 nonché dei biglietti delle partite già vendute».

«Inoltre», si legge ancora, «Juventus è esposta a rischi derivanti da richieste di riduzione dei canoni 2019/2020 per diritti di trasmissione e sponsorizzazioni e da difficoltà nella conclusione di nuovi contratti commerciali, con effetti negativi sulla posizione finanziaria e sui risultati della Juventus».

«Si ritiene che gli importi stanziati nell’esercizio per rischi ed i fondi rischi accantonati siano adeguati e riflettano correttamente il possibile impatto negativo di tali richieste», proseguono gli amministratori di Exor.

«In queste circostanze», viene infine sottolineato, «per mitigare in parte l’impatto economico e finanziario della sospensione dell’attività sportiva, la Juventus ha stipulato un accordo con i calciatori e l’allenatore della Prima Squadra che prevedeva la riduzione del compenso stagionale 2019/2020 di un importo pari a la paga mensile per marzo, aprile, maggio e giugno 2020. L’effetto economico e finanziario di questo accordo ammonta a 90 milioni di euro positivi per l’esercizio 2019/2020. La Juventus, i giocatori e lo staff tecnico coinvolti cercheranno in buona fede di negoziare un’integrazione della futura remunerazione in base a come verranno riprese e completate le competizioni sportive della stagione 2019/2020».

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