
King Kevin
Napoli petto in fuori, protagonista, stellare, mèta di turisti, mèta di calciatori che sa offrire un paradiso terrestre per chi è stufo di pizze e mandolini. L’entusiasmo e la passionalità in simbiosi con programmi e progetti per il futuro: quella Napoli che non si aspetta di vedere chi non vuole vedere, rintanandosi nel proprio grigio.
E’ stato il De Bruyne day, iniziato nel momento in cui, dopo il padre, è sceso dalla scaletta dell’aereo privato per mettere piede a Fiumicino dove un van l’attendeva per il trasferimento a Villa Stuart: qui tante maglie azzurre erano in attesa per dargli il benvenuto. Difficile capire che si fosse a Roma, ma Napoli è ovunque così che l’azzurro come una nuvola si è spostato da Villa Stuart fino all’abitazione del presidente De Laurentiis per seguire le mosse di chi ormai è già diventato Kevin nei cori. Tanto tempo insieme – s’immagina a chiacchierare – tra il gran cerimoniere e il mito Kevin che all’uscita ha trovato ancora gli intrepidi a inneggiare il campione.
E’ il momento più triste per tutti coloro che in decenni hanno costruito una carriera piccola piccola fatta di gossip, di sarcasmo insultante affidato ai social con quotidiani compiacenti che devono soddisfare bacini d’utenza del Nord.
Momento tragico per chi ha titolato “festa dell’inciviltà” riferendosi alla festa scudetto, smentito da chi nel mondo “civile” ammira come si festeggia con la sola arma della gioia.
Momento rabbioso di chi cerca di sbattere in prima pagina colpacci mercato, tipo Modric, per fronteggiare l’arrivo a Napoli e nel Napoli di un Campione internazionale che viene ammirato per il talento, la classe, l’eleganza al di là della maglietta che indossa.
Per i depressi comunque c’è sempre la Sirena Partenope che accoglie, abbraccia e consola.
Toc, toc chi c’è? C’è Kevin De Bruyne per cominciare, perchè nel Napoli i progetti si sviluppano e si rispettano.
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