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¿de qué planeta viniste? Maradona e la storia del goal più bello

Gracias Dios, por el fútbol, por Maradona, por estas lagrimas…por este Argentina 2, Inglaterra 0. 

Si conclude così la narrazione del leggendario telecronista Victor Hugo Morales, uruguagio di nascita ma argentino d’adozione, del goal più bello di tutti i tempi. Impossibile non emozionarsi davanti ad una gioia così pura, impossibile non pensare alla catarsi di un intero popolo, quello argentino, che ancora piangeva i suoi caduti nella guerra delle Isole Malvinas. Proprio contro gli odiati inglesi.

22/6/1986, Estadio Azteca, Città del Messico. In programma il quarto di finale della Coppa del Mondo: si gioca Argentina-Inghilterra. E’ il palcoscenico ideale per il Dio del calcio. Il primo, sarà un goal di furbizia: la leggendaria mano de Dios. Ma Maradona non vuole solo vincere, vuole far vedere al mondo la grandezza sua e dell’Argentina. Non solo vendetta: ma creazione, poesia. Rinascita.

Minuto 55. Maradona riceve palla prima della linea di metà campo. Il passaggio di Hector Henrique non è precisissimo, e soprattutto Diego è marcato. Ma non importa. Burruchaga segue l’azione, ma sa che non la riceverà mai quella palla. Uno, due, tre, quattro birilli scivolano via, ed infine il portiere. Undici indescrivibili secondi, un goal per consegnare Maradona alla leggenda.

 

Non ho avuto il privilegio di assistere dal vivo alle giocate di Maradona. Sono nato nel 1995; allora, un trentacinquenne Diego ritornava al Boca Juniors per gli ultimi scampoli di carriera. Sono però cresciuto con il suo mito; il suo volto mi ha seguito nei vicoli; il suo nome sempre sulla bocca di chi lo ha visto giocare. Questo è stato il primo goal di Diego di cui ho memoria, ed il primo in cui ho capito che sei stato più di un calciatore. Certe emozioni e certi momenti vanno oltre il calcio. Ciao Diego. Che poi, ¿de qué planeta viniste? 

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