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“Top 11” azzurra: Dino Zoff

 

“È molto bravo. Un grande portiere” Lev Jašin su Dino Zoff.

Ad una decina di chilometri dal confine con la Slovenia, sorge un piccolo comune di poco più di mille abitanti: Mariano del Friuli. E’ in questo borgo in provincia di Gorizia che in piena guerra, il 28 febbraio 1942, nasce Dino Zoff, destinato a diventare uno dei portieri più forti di tutti i tempi. Ed uno dei “grandi” della storia del Napoli.

Dino non è un bambino particolarmente estroverso e vivace. Si intravedono fin da subito alcune caratteristiche del Dino uomo e calciatore: una persona riservata con la testa sulle spalle, con la cultura del lavoro. Ma soprattutto, Dino è un ragazzo con un talento smisurato. A quattordici anni viene acquistato dall’Udinese, a 19 esordisce in prima squadra, in Serie A. L’esordio è particolarmente sfortunato: subisce ben 5 gol nella trasferta di Firenze.

Ma Dino non è il tipo che si perde d’animo, anzi. Le buone prestazioni gli valsero la chiamata prima del Mantova (dove gioca quattro stagioni) e poi del Napoli, che superò in extremis la concorrenza del Milan. Il presidente del Napoli, Achille Lauro, se lo aggiudicò grazie ad un’offerta astronomica: 120 milioni di lire, più il portiere Bandoni.

In azzurro, Zoff trova una squadra competitiva, che gioca un ottimo calcio. Nella rosa del Napoli 1967/68 ci sono campioni del calibro di Juliano, Altafini, Sivori. Una squadra che dovrà accontentarsi del secondo posto alle spalle del Milan allenato da Nereo Rocco. Quell’anno, Dino debutta anche con la nazionale maggiore, proprio al San Paolo, in una vittoria per 2-0 contro la Bulgaria.

I successivi due campionati vedono un Napoli meno competitivo. Zoff disputa tutte le sessanta partite, incassando rispettivamente 25 e 21 gol. Ma non basta: il Napoli si piazza al settimo ed al sesto posto.

La risalita avviene nella stagione 1970/71. Zoff subisce soltanto 19 reti, un record per gli azzurri: la squadra è molto compatta difensivamente, e si piazza terza, alle spalle delle due milanesi. Specialmente l’Inter deve ringraziare un arbitraggio discutibile di Gonella nello scontro diretto, che indirizza lo scudetto verso Milano.

L’avventura di Dino a Napoli si chiude l’anno dopo. L’ottavo posto finale spinge il neo presidente Ferlaino a cedere il trentenne Zoff ed il trentaquattrenne Altafini alla Juventus, per cercare di svecchiare la rosa: i giovani Bruscolotti, Carmignani, Salvatore Esposito e Vavassori, elementi chiavi del futuro Napoli di Vinicio, arrivano in quel mercato.

Due scudetti soltanto accarezzati, ed una finale di Coppa Italia: se Zoff non è riuscito a vincere titoli in maglia azzurra, è stato comunque sempre ricordato con affetto dai tifosi del Napoli, per il suo attaccamento alla maglia e le sue parate.

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