Contropiede Azzurro

Dries Mertens, ieri, oggi, domani

Abbiamo conquistato San Siro, ora dobbiamo tornare a vincere al Maradona” , così Dries Mertens ai microfoni di Radio Kiss Kiss a margine della presentazione del nuovo calendario che così ha commentato: “Penso che il Napoli ha fatto una bella cosa facendo questo calendario per il mondo. E’ una scelta molto importante e poi il calendario lascia sempre bei ricordi”.

Ancora brucia la sconfitta interna con l’Empoli e Dries parla del momento del Napoli, del suo contratto, degli obiettivi congiunti. E sula vittoria a San Siro dice:  “Abbiamo mandato un messaggio importante ma dobbiamo dimenticarla il più in fretta possibile perchè mercoledì ci aspetta una partita importantissima.  E’ fondamentale. Dobbiamo vincere”.

Sull’importanza di  Petagna: “Anche i giocatori che hanno giocato meno hanno fatto benissimo e sappiamo la qualità del gruppo. Petagna è un giocatore importantissimo perchè ci aiuta tanto. L’abbiamo visto ieri, ma non solo lui. Ci sono giocatori che giocano poco che poi entrano e fanno benissimo. E’ una cosa che sembra facile ma non lo è perchè se non hai ritmo non riesci. E’ un lavoro dello staff e del mister perchè ci mettono nelle migliori condizioni e fanno un grande lavoro”.

E degli obiettivi del Napoli e suoi personali,  ha parlato anche ai microfoni di Sport Mediaset: “Dobbiamo sempre lottare per lo scudetto. Ora dobbiamo dimenticare la gara col Milan e concentrarci sulla partita di mercoledì e avere sempre una fame di vittoria incredibile”. “Sto giocando un po’ meno, ma se guardo i gol fatti per minuti giocati sto facendo bene. Certo, mi piacerebbe giocare di più, ma vediamo… Il rinnovo? Dobbiamo vedere, perché gli accordi si fanno sempre in due. Io sono qui da nove anni e sto bene”. E di Spalletti? “Spalletti è bravo e sa come deve parlare e come deve mettere la squadra. Inoltre ha un’esperienza incredibile e questo mix gli consente di essere una grande persona. Il fascino di giocare in uno stadio che porta il nome di Maradona? È sempre un onore scendere in campo in un impianto dedicato a Diego e indossare la fascia da capitano stimola e dà grandi motivazioni”.

Da nove anni in azzurro, oggi senior, ieri junior: “Sono arrivato giovane qui in azzurro, anche oggi ci sono tanti ragazzi in squadra. Non è facile per i più giovani, anche quando arrivai io al Napoli non lo fu. Poi con l’esperienza sono cresciuto, allora c’era Hamsik, lo guardavo ed era il simbolo di Napoli”.

“Stessa cosa vale per Paolo Cannavaro, io guardavo loro, i più grandi del gruppo. Io penso che i ragazzi che arrivano oggi guardano me, Insigne o Koulibaly. Se tu pensi a Napoli pensi a questi calciatori”.