
Dries Mertens, un “uomo d’amore”…
In una scena del film “Così parlò Bellavista”, il professore Gennaro Bellavista, interpretato da Luciano De Crescenzo, spiega ai suoi simpaticissimi discepoli qual è, a suo parere, la differenza tra gli uomini del sud e quelli del nord: “Gli uomini si dividono in uomini d’amore e uomini di libertà, a seconda se preferiscono vivere abbracciati l’uno con l’altro oppure preferiscono vivere da soli per non essere scocciati.”. Quello dell’indimenticabile Luciano è un pensiero condivisibile al cento per cento e la decisione presa nelle ultime ore da Dries Mertens, ribattezzato Ciro, è l’eccezione che conferma la regola. Scegliendo di restare a Napoli, respingendo al mittente le laute offerte ricevute da diversi top club del nord Europa, Dries ha dimostrato di essere un “uomo d’amore” a pieno titolo e di meritarsi il grande affetto manifestatogli dai napoletani.
Il suo amore nei confronti di un popolo che predilige l’abbraccio alla fredda solitudine della privacy per proteggersi dalle scocciature, Mertens lo ha palesato in più di un’occasione durante i sette anni di permanenza a Napoli. Sette anni in cui, confermando di avere un cuore enorme, ha aiutato i più bisognosi, regalando loro qualche pizza. O quando ha messo all’asta la maglia della partita Napoli-Barcellona in cui raggiunse il record di gol che apparteneva ad Hamsik. Così come ha dimostrato di essere “napoletano dentro” quando, alcuni giorni fa, ha deciso di regalare la propria maglia al piccolo Umberto, bullizzato e picchiato dai suoi coetanei. Atti d’amore questi dai quali si evince la straordinaria bontà d’animo e lo spessore di un ragazzo speciale che non se l’è sentita di tradire i sentimenti dei napoletani, con i quali si è creato un cordone ombelicale che nessuno potrà mai recidere.
Roberto Rey
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