Contropiede Azzurro

E il Napoli trionfò a suon di gol

E Insigne chiude il conto col 18esimo gol stagionale.  Una partita che il presidente della Lega e della FIGC dovrebbero proporre  per uno spot sul calcio giocata dagli azzurri che hanno ritrovato il sorriso e il gusto di vincere. E’ questo il calcio da esportare in Oriente o in America perché sa di buono, di genuino, di antico e moderno insieme. Sa di qualità, di classe, di eleganza:  sa di pulito. il Napoli si è difeso dal VAR a suon di gol e per evitare equivoci e contro l’Udinese non ha fatto sconti. Cinque gol, cinque e qualche altro lasciato sul palo. Eppure  appena pochi giorni fa l’Udinese provò a battere la Juventus e fino all’85° sembrava poter fare l’impresa, poi l’arbitro decise.

Allo stadio Maradona, come all’Alberto Picco di La Spezia, il Napoli si è imposto a suon di gol che di certo aiutano a giocare bene – se sai giocar bene – e, ancora una volta come accade negli ultimi sette, otto anni, si parla del Napoli per la “qualità” delle giocate. Che cosa manca dunque agli azzurri perché siano in vetta? Talvolta manca la concentrazione, talvolta gli infortuni, talvolta il ‘caso’ che nega il corso naturale delle cose.

Ma ieri sera, il caso nulla ha potuto contro lo straripante potere della corazzata azzurra che ha ritrovato tutti i suoi guerrieri. Manolas e Rrahmani non hanno fatto rimpiangere Koulibaly; Bakayoko più pulito nelle uscite, recupera e protegge la palla con più autorità. Chuki in netta crescita con Di Lorenzo sempre più autoritario e sicuro al punto che se sbaglia un appoggio lo si nota. Fabian Ruiz che dovrebbe essere blindato nella cassaforte più sicura al mondo per come gioca, per come amministra, per come smista e per come segna: gol meraviglioso da vedere, rivedere, ricordare. Gioca poi nel Napoli un certo Victor Osimhen: un certo pacco rifilato al Napoli che contro l’Udinese, nella giostra dei gol, non figura pur avendo giocato la sua partita più bella. Victor Osimhen che potrebbe nuocere alla salute di molti dotti commentatori e direttori tecnici di grandi club italici. Infine il direttore d’orchestra Lorenzo Insigne che col suo 1,60 di statura guarda dall’alto in basso (secondo la classifica di merito CIES) nientemeno che quel Ronaldo che non regala la maglia a Gosens.

Piedi a terra, attento Napoli: sei condannato a stravincere per far tacere o far parlare un VAR che è nelle mani di uomini.