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Campioni per sempre, Ferrara presenta Di Lorenzo

Il campionato 2025/26 è ormai alle porte ma le emozioni di quel 23 maggio alle ore 22,48 restano ancora nella mente e nel cuore dei milioni di tifosi azzurri. I guerrieri di mister Conte sono ormai entrati di prepotenza nella storia del Napoli e nel libro di Gianfranco Coppola, firma antica e nobile dello sport, ha ampliato la conoscenza di tutti i campioni. A specchio, antichi campioni parlano dei nuovi, così Ciro Ferrara racconta Giovanni Di Lorenzo, Beppe Bruscolotti racconta Amir Rrahmani, Ciccio Romano racconta Stanislav Lobotka, Alemao racconta Scott Mac Tominay, Salvatore Bagni racconta Matteo Politano. Da CAMPIONI PER SEMPRE, il libro curato da Gianfranco Coppola, leggiamo la loro storia:

 Oggi Ciro Ferrara presenta  Giovanni Di Lorenzo, da capitano a capitano

Ciro pensava che avrebbe fatto tutt’altra carriera, magari continuare l’attività del padre, tecnico ortopedico. Poi un provino…..eppure a 14 anni una malattia lo costrinse su una sedia a rotelle per un mese….ma ci voleva ben altro per fermarlo. Ciro legò la sua storia a doppio filo con quella di Maradona e nel giorno in cui organizzò la sua partita d’addio, riportò Diego a Napoli lasciandolo protagonista della serata.  Chi meglio di lui per parlare di Di Lorenzo, l’Eurostar azzurro sulla fascia destra?

Di Lorenzo è il capitano che tutti vorrebbero; quanto ha inciso il suo rendimento nello scudetto del Napoli?

Giovanni ha disputato una stagione straordinaria, impressionante la sua concentrazione in tutte le partite. So perfettamente cosa voglia significare rappresentare un intero popolo. Bravo Giovanni, te lo sei proprio meritato questo titolo.

Da giocatore, chi le avrebbe dato più problemi in marcatura, Kvara o Osimhen?

In carriera mi è toccato marcare esterni forti, penso a Bruno Conti su tutti e ai  miei tempi si prendeva l’avversario a uomo. Forse sarebbe stato più complicato giocare contro Kvara con quelle finte sempre improvvise. Quando marcavo un giocatore che fintava molto bene, sceglievo  di andare sempre diritto sull’uomo per evitare guai.  Osimhen è già devastante: il colpo di testa è il suo marchio di fabbrica.

Spesso Ferrara è in diretta tv a bordo campo, allo stadio Maradona, il suo vecchio e amato San Paolo. Come percepisce oggi il tifo e il calore del pubblico partenopeo?

Il Napoli è la squadra di tutti, di chi vive al Vomero, a Posillipo, ai Quartieri, a Forcella e non appartiene a una classe specifica di persone. Quello napoletano è un tifo coinvolgente perché è creativo, colorato, festoso chiassoso, e che ci unisce. In una sola parola è unico.

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