Contropiede Azzurro

Finale raggiunta, ma è solo il primo atto, ora gli azzurri vogliono di più

NAPLES, ITALY - FEBRUARY 25: Dries Mertens (L) of Napoli celebrates scoring the opening goal alongside Lorenzo Insigne (R) during the UEFA Champions League round of 16 first leg match between SSC Napoli and FC Barcelona at Stadio San Paolo on February 25, 2020 in Naples, Italy. (Photo by Michael Steele/Getty Images)

La prima buona notizia per Antonio Conte è la possibilità di arrivare in campionato, il 20 giugno prossimo, con buoni margini di recupero, potendo riposare mercoledì prossimo.

C’è comunque da registrare, fuor di polemica, che il Napoli nei 180 minuti, ha meritato il pass per la finale e, nella gara al San Paolo ha saputo reagire ad un primo tempo piatto non riuscendo a salire e a pressare.  Quasi una caratteristica, quella del Napoli nei primi minuti di gara,  lento a carburare, lento a trovare le posizioni, titubante di fronte alle iniziative dell’avversario. Antonio Conte contava su questo aspetto e dopo due minuti ha trovato un gol–regalo di Ospina che ha condizionato la ripartenza del Napoli almeno per venti minuti. Eppure, nell’intervista del dopo gara concessa alla Rai, ha attribuito soltanto a Ospina il mancato passaggio del turno: “ Nelle due partite avremmo meritato di più con un calcio aggressivo, abbiamo dominato la partita e creato tante occasioni gol sventate da interventi miracolosi di Ospina”.

Quei due minuti hanno fatto temere un risultato diverso, invece il gol 122 di Mertens?  “Dopo il gol di Mertens – ha dichiarato Gattuso nell’intervista – ci siamo liberati un pò. Certamente il gol al 2° minuto ha condizionato: ma non è stato un errore di Ospina, quanto di posizione e, in generale stavamo troppo dietro senza riuscire a pressare. Ma oggi voglio dedicare questo successo ai miei genitori, a mia sorella e ai giocatori per quello che hanno dato.”

La grinta di Conte non è stata sufficiente ad aver ragione di un Gattuso che ha saputo chiudere bene le distanze  e soprattutto  adattarsi meglio al gioco degli altri sfiancando quelli che devono far gioco.

E non sono mancate le note dolenti per due decisioni arbitrali che avrebbero potuto decidere la partita: al 34° un brutto intervento di Young su Politano non viene sanzionato con un giallo che avrebbe fatto scattare il rosso, né al 56°, l’arbitro Rocchi ha ritenuto di andare a rivedere un’azione per fallo di mano di De Vrij accettando l’interpretazione di Valeri al VAR che ha visto il pallone sbattere sulla coscia. Un uomo in meno e un rigore in più significano una finale, ma il Napoli ha stretto i denti e, come ha dichiarato Insigne: “Abbiamo sofferto, ma l’abbiamo fatto di squadra. Volevamo la finale a tutti i costi. Ora dobbiamo recuperare le energie per arrivare pronti alla finale. Noi siamo vicini al mister, se lo merita. Prima di essere un grande allenatore è un grande uomo. Dedichiamo la vittoria soprattutto a lui, visto che è in un momento difficile”.

Una partita vera, una semifinale emozionante capace di coinvolgere i tifosi anche a distanza: minuti infiniti che non rispettano le coronarie. Ma è solo il primo atto, ora gli azzurri vogliono di più.

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