Qualcuno ricorda Rudi Garcia? Qualcuno ricorda la tristezza che si respirava in campo? Qualcuno ricorda la sua intervista a febbraio scorso? A fine campionato 2023/24 il Napoli arrivò al decimo posto e c’è da chiedersi come sia riuscito a non scendere oltre. Almeno otto giocatori avevano la valigia pronta per fuggire perché l’aria era irrespirabile. Non c’era più il gruppo, nessun legame con la tifoseria, un’aria distaccata: non c’era gioia. Eppure per caso, su google che nulla distrugge, ancora si leggono le parole astiose di Garcia: “Esiste un’espressione italiana, il tempo è galantuomo, che può essere tradotta come il tempo ristabilisce la verità e rimette ogni cosa a posto”. Ed ha ragione, perfettamente ragione. Tutta colpa del Presidente che metteva in punizione il discoletto.
Così per curiosità si sfoglia il libro scritto dal signor francese per leggere quale formazione avesse a disposizione: Meret; Di Lorenzo, Rrahmani, Juan Jesus, Olivera o Mario Rui, Anguissa, Lobotka, Zielinski o Simeone); Politano , Osimhen, Kvaratskhelia o Raspadori.
Giocava con 150 milioni in attacco e un’altra sessantina in altri reparti. Più o meno gli stessi campioni con Spalletti: Meret; Di Lorenzo, Kim, Juan Jesus, Olivera; Anguissa, Lobotka, Rrahmani, Ndombele, Zielinski, Elmas, Osimhen, Kvaratskhelia, Raspadori. In pochi mesi, tutto o quasi era un ricordo.
E quest’anno? Kvaratskhelia ? Non c’è; Osimhen? Non c’è; Zielinski ? Non c’è; Elmas? Non c’è. Buongiorno è nuovamente infortunato; Neres è nuovamente infortunato; Juan Jesus nuovamente infortunato e da sempre un campione da panchina. Ma il Napoli è in vetta. Antonio Conte parla di prodigio come di un risultato che sta oltrepassando le sue previsioni non potendo sapere nove mesi fa, quale Napoli avesse distrutto il signor Garcia. Il tempo è veramente galantuomo.