“Non sarà una scampagnata. Non siamo qua una settimana così a caso, dobbiamo avere il massimo impegno e proseguire quanto cominciato a settembre. Sono partite ufficiali, indossiamo la maglia azzurra.”
Così Gennaro Gattuso in conferenza stampa per presentare la prima delle due sfide cui l’Italia è chiamata giovedì contro la Moldavia e lunedì contro l’Israele.
I convocati? – Gente come Zaniolo, Palestra, hanno fatto cose interessanti. E’ ovvio che le scelte sono fatte con un criterio, preferisco lavorare con giocatori con cui già sto lavorando, ma le porte della Nazionale sono aperte a tutti. Siamo gente che gira. Chiesa? Parlo spesso con lui, vanno rispettate le scelte e le problematiche che ognuno di noi ha. Devo rispettare ciò che mi dice. Altro non posso dire. La scelta di non venire è sua”.
I raduni per le Nazionali – In questo mese abbiamo lavorato per quattro, cinque giorni di fila sul programma. Non c’è lo spazio per anticipare del lavoro. Potremmo trovare spazio a gennaio per stare uno, due giorni a Coverciano. Ma i club, con tutto il bene che ci vogliono, devono lavorare con un calendario pieno. Dobbiamo noi trovare i ragazzi fuori, fare cene. Dobbiamo gestirla così. Più di un raduno non potremmo fare. La Lega ci sta dando una mano, ma è difficile. Siamo all’undicesima giornata di campionato, ritroverò i giocatori alla trentesima”
Quale modulo? – “Cambiamo i moduli in base alle squadre che troviamo. Quando una squadra riesce a giocare in più di un modulo è tanta roba”
Pochi gol in Serie A – “I numeri parlano. La tattica è padrona nel nostro campionato. Abbiamo allenatori bravissimi a livello tattico. Gli spazi sono molto meno. Si gioca in spazi corti. Difficile giocare a campo aperto, cosa che invece accade in altri campionati, dove si verificano picchi di velocità. Da noi il gioco è più complicato“. Su Kean, infortunato: “Non avrebbe dovuto giocare la partita di Coppa della Fiorentina con il Mainz. Ha preso un colpo e l’abbiamo perso. Dispiace, ma abbiamo attaccanti forti, che ci hanno già dato una mano”
Difficoltà in Serie A – “Quando vado a vedere le partite mi concentro sui calciatori che mi interessano, ma l’ho già detto: in Serie A ci sono maestri di tattica, gli spazi sono pochi, la palla gira lenta. Io mi diverto quando gli spazi si aprono e vengono fuori individualità”.
Il gioco della Serie A – “Voi vedete il calcio come faccio io. Se si preparano le partite con i centrocampisti che vanno larghi per favorire la costruzione, fanno fatica a entrare in area. Per questo motivo qua tante squadre hanno centrocampisti che non arrivano negli ultimi venti, venticinque metri”.
Gli allenatori – “Mi piace il coraggio di Italiano, di Gasperini. Mancini sembra Cafù, un pendolino. Qua si capisce tante cose. Sono due allenatori che non hanno paura, sistematicamente portano quattro, cinque uomini in zona offensiva. Tanta roba!”
I giovani azzurri: “Venti giorni fa abbiamo fatto una riunione molto importante con le persone che lavorano in Federazione. Il lavoro negli ultimi anni è incredibili, ma bisogna preseguire, non perdere per strada i nostri giovani. Quando io e Gigi abbiamo fatto le giovanili abbiamo vinto poco, in u-17, u-18 abbiamo sempre fatto fatica. Ora è il contrario, ma materiale ce n’è tanto. C’è un grandissimo lavoro nel settore giovanile. Bisogna essere bravi ora ad alzare l’asticella, e dare la possibilità ai ragazzi di farli sbagliare. Noi battezziamo subito, invece fino a 22 anni non dobbiamo battezzare nessuno”
Su Spalletti – “Ho sentito Spalletti, gli ho fatto i complimenti. L’ho chiamato per fargli l’in bocca al lupo. Era il minimo. Mi ha chiesto se avessi bisogno di qualcosa…”.
Sul Napoli: “C’è un grande allenatore, che ha vinto tanto, che sa come muoversi. Ho lavorato per diciannove mesi là. Quando si vince è difficile confermarsi, ma Antonio ha le capacità per uscire da questo momento”
La prima sfida: “La seconda gara si prepara da sola. Per me è più importante la sfida con la Moldavia che con la Norvegia. Si sa, la Norvegia può mettere chiunque in difficoltà, è una squadra in salute. La sfortuna nostra è di aver trovato una Norvegia che sta esprimendo un calcio eccezionale, ma rimango della mia idea. La gara da preparare è con la Moldavia”
Il lavoro in difesa: “E’ cambiato il calcio. Oggi si gioca sui riferimenti, non di reparto. Così c’è sempre doppia profondità, mai una linea. Da un po’ di anni in questa parte si va in questa direzione. I giocatori prendono uomo su uomo a tutto campo. E’ un altro sport, roba di quaranta anni fa. Vediamo giocatori alti che non sanno saltare perchè sembra uno scandalo mettere una “forca” e staccare di testa, non c’è più un muro: di questo dobbiamo parlare! Riuscire a lavorare di reparto dopo aver fatto 600 minuti in un altro modo è difficile. Prima si lavorava in un’altra maniera”
Pochi gli italiani: “Facendo i complimenti a Italiano e Gasperini voglio evidenziare come il calcio italiano sia di livello. Ma diciamocelo, in Premier League fanno un altro sport. Ma il nostro campionato è molto, molto impegnativo. In Italia abbiamo allenatori incredibili molto preparati. Un’altra cosa importante: ogni settimana nelle prime cinque, sei squadre ci sono pochi giocatori da vedere. Questa è la mia difficoltà più grande da vedere. Pio e Raspadori stanno giocando poco. Quest’ultimo per me è fortissimo, ma sta giocando molto poco. Ciò mi fa star male. Non dobbiamo pensare che il nostro calcio fa cag***, non è così!”