Come un fulmine a ciel sereno– nonostante la roboante vittoria in Champions contro il Genk (4-0 al San Paolo) nella notte dell’11 dicembre arriva il tweet della società che ufficializza in due righe la fine di un rapporto mai del tutto sbocciato tra Napoli e Carlo Ancelotti– un vincente e un signore.
A sorpresa De Laurentiis chiama Gennaro Gattuso, giovane allenatore 42 enne con alle spalle- oltre alle esperienze formative di Palermo e Pisa– solo una grande squadra allenata, il Milan.
Dietro suggerimento diretto di De Laurentiis appare convinto sin da subito della sua scelta, complice anche la buona impressione che Gattuso aveva fatto al presidente proprio in occasione della festa di compleanno di Ancelotti a Capri. L’allievo prende il posto del maestro, ma l’inizio è da choc, un po’ come lo era stato con i rossoneri, in quel famoso Benevento-Milan pareggiato in extremis dai campani col gol di Brignoli.
Napoli-Parma, 14 dicembre: il tecnico calabro vuole subito stravolgere rispetto al passato e passa subito al 4-3-3, ma lo svarione difensivo di Koulibaly che regala la rete a Kulusevski e il gol di Gervinho al 93’ certificano la crisi di una squadra in piena confusione. Il Napoli si fa superare dal Parma e precipita al settimo posto, il piazzamento peggiore degli azzurri degli ultimi nove anni; “Questa squadra mentalmente non sta bene, i primi dieci minuti sono stati una sciagura umana e confermano il nostro momento. Da anni il Napoli è al top, ci sta che i tifosi fischino. È una situazione nuova, tanti calciatori hanno costruito pagine importanti di questo club e ora devono gestire una situazione mai affrontata” Gattuso ripeterà molte volte lo stesso concetto nel corso della sua gestione.
Pedalare, pedalare, pedalare: questo è un altro leit-motiv di Rino che non mancherà di sottolineare la scarsa forma fisica della squadra nel momento in cui è arrivato in panchina. I carichi di lavoro sono pesanti, ma qualcosa si vede già in Sassuolo-Napoli, prima vittoria di Gattuso sulla panchina del Napoli, in cui gli azzurri- seppure a fatica- ribaltano il vantaggio iniziale degli emiliani grazie al gol di Allan e alla rocambolesca rete nel finale di Elmas.
Il nuovo anno incomincia nel peggiore dei modi; l’Inter passa al San Paolo approfittando degli svarioni della difesa e di Meret. Proprio queste è la partita che segna un’inversione nelle gerarchie del portiere titolare, con Ospina che sorpassa il portiere friuliano: “Meret è un patrimonio della società, ma a me piace il portiere che sa far cominciare l’azione con i piedi e sappia creare superiorità numerica. In questo aspetto Alex deve migliorare”. E all’Olimpico contro la Lazio parte proprio Ospina titolare, e nonostante l’ottima prestazione offerta dal Napoli, la spuntano i biancocelesti all’82’ grazie a un goffo autogol di Di Lorenzo. Qualcosa incomincia ad emergere dopo queste sconfitte dalle parole di Gattuso in merito allo spogliatoio:“Dobbiamo ritrovare entusiasmo e voglia di saper soffrire insieme. Questi ragazzi devono parlarsi, io ho giocato per tanti anni con gente che mi stava antipatica ma in campo ero disposto a fare tutto per vincere...»
La vera batosta è con la Fiorentina in casa; scarsa prestazione offensiva, squadra molle e basta poco a Chiesa e a Vlahovic a chiudere la gara sullo 0-2. “Squadra senza anima e prestazione imbarazzante, c’è solo da chiedere scusa”: e gli azzurri di propria iniziativa vanno in ritiro. Unica nota positiva in un periodo nero per il Napoli è il passaggio ai quarti di Coppa Italia dopo la sfida contro il Perugia di Serse Cosmi, vinta a fatica con due rigori segnati nel primo tempo da Lorenzo Insigne, il primo a metterci la faccia dall’arrivo in panchina di Rino.
Gli azzurri- incassata la sconfitta contro la Fiorentina- si preparano ad affrontare due gare terribili di fronte ad un San Paolo deluso e arrabbiato, prima in Coppa Italia contro la Lazio e subito dopo in campionato contro la Juventus di Ronaldo e Sarri. Ma il resto è storia..