
Gattuso sulla panchina in piena libertà
Quando Rino Gattuso, l’11 dicembre scorso accettò la patata bollente chiamata Napoli, pensò ad un percorso a termine. 750mila euro fino alla conclusione della stagione e se De Laurentiis lo avesse mandato a casa entro il 10 giugno, avrebbe pagato una penale: così non è stato e il contratto si è automaticamente rinnovato fino al 2021 con uno stipendio di 1,5. Dopo la conquista della Coppa Italia si pensava che il contratto sarebbe stato rinnovato ma il rinvio, di cui si è parlato per settimane, sembra essere ‘sine die’, almeno secondo i valori di Gattuso.
Che non consideri il danaro un dio da venerare, Gattuso lo ha dimostrato con i fatti: quando allenava l’Ofi Creta Rino aveva rinunciato al suo stipendio, vista la crisi finanziaria del club greco, già prima delle sue dimissioni. Secondo il Corriere poi, fu lui stesso a pagare lo stipendio ai calciatori a Natale sborsando 50.000 euro. Quando poi passò al Pisa, – rivela Money.it disse di aver scelto i toscani anche perché non ha “assilli economici” e quindi era libero di scegliere il progetto che più lo aveva intrigato senza dare troppo peso ai soldi. Infine nel Milan a dicembre 2018 dopo l’esonero di Vincenzo Montella, viene promosso in prima squadra e per i buoni risultati ottenuti, ad aprile 2018, la dirigenza rossonera, (all’epoca c’erano ancora i cinesi e l’ex ad Marco Fassone) rinnova il contratto di Gattuso fino al 2021, per uno stipendio di 2 milioni l’anno. A maggio 2019 però non viene riconfermato, ed è Gattuso stesso a decidere di rescindere il proprio contratto rinunciando così alle spettanze previste dal suo contratto a beneficio del suo staff.
Rino Gattuso vorrebbe essere la guida tecnica del Napoli per sempre, ma in piena libertà e senza clausole come Ciro Venerato, a radio Kiss kiss ha ricordato: “Conosco bene Rino, – ha detto Venerato – lui è un uomo vero che crede molto anche sulla parola. Se lui non firma perché ci sono delle clausole, dei cavilli, che vanno contro i suoi principi morali, per me fa bene a restare sulla sua posizione e non firmare il rinnovo contrattuale con il Napoli in questo momento”.
Venerato, ha poi, aggiunto: “Se lui non firma perché in questo momento ritiene così, io sto con lui e dico che fa bene. Lui ha confessato una frase agli amici: “Voglio essere l’allenatore del Napoli a vita, ma non il prigioniero!”, queste sono le testuali parole che ha detto alle sue persone fidate. Se vai via tu, paghi un botto, se ti mando via io, pago poco: queste clausole non vanno bene a Gattuso. Lui non vuole nemmeno l’aumento e non pretende un euro in più, nonostante la Coppa Italia, non fa una questione economica. Firmo quello che vuoi, anche in bianco, ma deve essere un contratto libero, senza clausole”.
Un osso duro per Aurelio De Laurentiis abituato a schematizzare, stigmatizzare, ipotizzare, contratti a 80 pagine con codicilli e clausole neanche però sufficienti a parare i colpi di giocatori che per uno stipendio venderebbero l’anima al diavolo. Ma Gattuso è diverso e non tanto o non soltanto per generosità quanto per dignità. Negli anni ’80, epoca di “ patron padroni “ com’era Romeo Anconetani, Lui de Menezes Vinicio (‘o lione) sbattette la porta e se ne andò abbandonando la squadra al termine di un violento alterco con Anconetani, che gli rimprovera di aver fatto partire il pullman per il ritiro pre-partita di Pescia senza attenderlo, per quello che indubbiamente resta il più grande errore commesso dal “vulcanico” Romeo nei suoi 16 anni di permanenza. Gattuso non vuol correre il rischio di una ‘rottura’ fragorosa. Se riuscirà a trascinare il Napoli, sarà De Laurentiis a poter temere: Gattuso ha la libertà di non avere ‘assilli economici’ e in piena libertà guiderà il Napoli fin dove vuole.
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