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Il calcio italiano è indietro anni luce…

Il calcio italiano è indietro anni luce…

Il calcio italiano è indietro anni luce…

In redazione è arrivata una mail nella quale un affezionato lettore di “Contropiede Azzurro” ha espresso la propria opinione sulla situazione drammatica in cui versa il calcio italiano. Trattandosi di un’attenta e accurata disamina siamo davvero lieti di pubblicarla dandole il risalto che merita.

“Ripensando alla eliminazione dell’Italia dai mondiali (la seconda consecutiva dopo quella del 2018), ho ricordato che nelle precedenti edizioni del 2010 e 2014 comunque non siamo andati oltre la prima fase (sedicesimi di finale). Praticamente è dal 2006 che non combiniamo niente. E nessuno si è mai posto il problema. I dieci anni di dominio della Juventus sono stati caratterizzati da scandalosi favori arbitrali che hanno soffocato ogni entusiastica novità emergente (vds il Napoli di Sarri). Ancora gli arbitraggi hanno favorito le sceneggiate in campo con rallentamento dei ritmi di gioco, disabituando i nostri giocatori ai ritmi sostenuti che invece trovano in campo internazionale. L’accaparramento di giocatori giovani (che poi finiscono regolarmente in panchina) da parte dei club economicamente più forti solo per sottrarli ai competitors, ne hanno fatto lievitare le quotazioni creando negli stessi  illusorie aspettative poi non confermate dalla realtà. Mancano le scuole calcio (le poche esistenti sono a pagamento e non sono controllate dalla federazione) ed i campi di gioco per i ragazzi. Gli stadi sono obsoleti se non fatiscenti. Insomma, siamo indietro anni luce.
In Inghilterra ho visto decine di campi perfettamente curati, anche l’uno accanto all’altro, tutti gratuiti e frequentati da squadre di bambini e/o ragazzi perfettamente vestiti da giocatori, con arbitri veri ed attrezzati ed i genitori attorno ai prati a godersi la partita.
In Islanda i pulmini federali fanno centinaia di chilometri al giorno per raccogliere i ragazzi nelle loro abitazioni sparse a grandi distanze l’una dall’altra, portarli ai centri di allenamento e poi riportarli a casa.
In Spagna ogni squadra ha la propria cantera, cui dedica la massima attenzione. Nel Barcellona ogni squadra, dai pulcini alla prima, adotta lo stesso sistema di gioco, in modo che ogni giocatore è pronto a giocare in quella più avanzata.
Insomma, c’è molto molto molto da fare…”

Carlo Rey

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