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Il campionato francese non riprende ma blocca le retrocessioni

La decisione del Governo francese di sospendere la stagione sportiva  negli ultimi giorni di aprile creò non poche preoccupazioni soprattutto al presidente dell’UEFA Ceferin che così commentò:

La mia opinione personale è che se annulli una stagione così presto non sia una cosa ideale, perché le cose possono migliorare molto e tutti potrebbero giocare a eccezione di alcuni campionati. Ma ancora una volta, se è una decisione  del governo, cosa possono fare i club? O la Lega? Non possono fare nulla. Per me però la decisione è stata prematura. Questo non influisce sulla UEFA, quindi è una loro decisione“.

Dopo il Belgio e l’Olanda, si è temuto che lo stop della Francia potesse ripercuotersi anche sugli altri campionati e  nella stessa Ligue One molti sono stati i club che non hanno condiviso la decisione governativa: il Lione in particolare ha chiesto  la ripartenza del campionato francese  dichiarato concluso un mese fa. Su Twitter il club del presidente Aulas ha scritto:

“Il Lione informa di aver richiesto ufficialmente alla Ligue de Football Professionnel (LFP) di rivalutare la posizione di fermare definitivamente la stagione 2019/20 di Ligue 1”.

La risposta – negativa – è giunta martedì 9 giugno dal Consiglio di Stato che ha confermato lo stop della Ligue 1 dopo aver respinto l’appello del Lione che chiedeva la ripresa ed ha stabilito che sono state bloccate le retrocessioni di Tolosa e Amiens in Ligue 2.

La decisione impone inoltre alla Ligue de Football Professionnel in collaborazione con la Federazione calcistica francese (FFF), di riesaminare, entro il 30 giugno 2020, la questione del formato della Ligue 1 per la prossima stagione, che potrebbe essere dunque giocata a 22 squadre anziché con le attuali 20.

Al Lione ora, per restare in Europa, non restano molte chances: settima in classifica, a pari punti col Monaco e Montpellier, è fuori dalle competizioni europee e soltanto la conquista della Champions le darebbe diritto di parteciparvi.

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