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Il dottor Castellacci sollecita lo studio di nuovi protocolli mentre si registra un peggioramento dei nuovi contagi

Ai microfoni di TMW Radio all’interno della trasmissione Stadio Aperto, il dottor Enrico Castellacci ha affrontato il problema dei protocolli da cambiare prima che inizi il nuovo campionato: “Domani andrò in Cina, non è una cosa simpatica con le frontiere che sono chiuse. Ho però avuto il Visto e raggiungerò il Guangzhou. Dovrò fare anche la quarantena e non mi esalta molto questa cosa. Il campionato è stato diviso in due e si giocherà soltanto in due città. Le squadre staranno nello stesso albergo, senza poter uscire. Poi si giocherà a porte chiuse. Il protocollo è molto più rigido rispetto a quello che c’è in Italia”.

Il virus continua a circolare. Che stagione si prospetta?
“In questo momento il giocare a porte chiuse è la condicio sine qua non. Si è provato ad allentare un po’, può darsi che ci si arrivi ma siamo ossessionati dal livello di contagiosità. Non ci sono certezze, ricomincerà il campionato non sapendo come andranno le cose. Si dovranno valutare quali protocolli attuare. Ho dato ragione a Gravina quando ha detto che vanno cambiati, siamo d’accordo. Penso che sia il momento giusto per parlarne e per farlo, non si può aspettare il 15 settembre. Dovranno essere considerate le differenze tra Serie A, B e C. A oggi ogni 4 giorni si devono fare i tamponi ma le società delle Serie minori avrebbero difficoltà. Non si può più aspettare, Gravina ha posto il problema, ora è il momento che le commissioni si riuniscano e differenzino i protocolli sulla base della contagiosità”.

La situazione non migliora, tutt’altro e in Italia in un giorno sono stati registrati 523 nuovi contagi, una situazione di “‘transizione con tendenza ad un progressivo peggioramento’, si legge nel monitoraggio settimanale di ministero della Salute e Iss”.  E il coordinatore dl Comitato Tecnico Scientifico Agostino Miozzo, avverte: “Nuovi lockdown saranno inevitabili se la situazione sfugge”.

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