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Il Mundialito, un ripiego di necessità

Che Aurelio De Laurentiis voglia vendere il Napoli non è veritiero, tuttavia vari segnali indicano la ricerca di nuovi investitori guardando verso il mercato americano ma anche verso gli Emirati che vogliono diventare protagonisti del calcio nel mondo. De Laurentiis ha retto 18 anni da perfetto imprenditore ma avverte che non si può mantenere un livello “Champions” con i soli bilanci trasparenti e quindi la ricerca di risorse economiche garantirebbero il futuro ad alti livelli.

Già alcune settimane fa il patron del Napoli aveva parlato della possibilità di un torneo Mundialito che dopo l’esclusione dell’Italia da Qatar 2022, assume le caratteristiche di un ripiego che potrebbe garantire un interessante discorso economico e impegnerebbe le venti squadre del massimo campionato italiano durante la lunga sosta, 53 giorni.

L’AD Luigi De Siervo e l’head of competitions, Andrea Butti, sono stati di recente in Florida, ad Orlando, – informa Calcio e Finanza –  dove si vorrebbe fare disputare tutte le gare del cosiddetto “Mundialito” della Serie A. Un torneo con la partecipazione di tutti i club del campionato per promuovere la competizione all’estero e dare una spinta ai futuri diritti tv internazionali.

Via libera per quanto riguarda logistica e organizzazione ma ci sono problemi con il finanziamento. Sì, perché bisognerebbe portare 1200 persone oltre Oceano, e il costo dell’operazione – secondo quanto riportato da La Repubblica – è particolarmente alto (più di 20 milioni di euro).

I club medio-piccoli sono tutti entusiasti del progetto, non così alcune grandi società che durante il Mondiale perderebbero i giocatori più importanti, e quindi sarebbero meno competitive. Gli Azzurri sarebbero presenti a questo punto, stante l’impossibilità di prendere parte alla rassegna iridata che si terrà in Qatar.

La Lega Serie A ai Mondiali di Russia diede 58 calciatori: ora potrebbe essere un numero simile senza gli Azzurri. I club, per questa Serie A Cup, potrebbero attingere ai prestiti solo in Italia (magari in B) e non all’estero. Si sta studiando anche un piano B: fare disputare la prima fase in Italia e i playoff, con 8 squadre, a Orlando oppure Abu Dhabi.

In Lega il patron del Napoli Aurelio De Laurentiis ha accennato ad un interesse da parte della capitale degli Emirati Arabi Uniti. Nei prossimi giorni il presidente degli azzurri dovrebbe svelare il progetto nei suoi dettagli. Per i club impiegare quei 53 giorni di stop del campionato sarebbe importante anche per provare dei giovani e fare conoscere il nostro calcio su mercati ricchi, come gli USA o gli Emirati. La Lega spera di poter chiudere questo piano il più presto possibile.

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