Invece il procuratore capo Raffaele Cantone, per 5 anni presidente dell’Autorità nazionale anticorruzione, ha messo nero su bianco scrivendo ciò che tutti sussurravano: “Sussistono fondati dubbi che i rappresentanti della Juve abbiano potuto avere contezza, nel lasso temporale dall’8 al 14 settembre, di questo procedimento e delle attività tecniche in corso”. Alla luce di queste considerazioni del Procuratore Cantone scritte insieme con i p.b. Abbritti e Mocetti, saranno rivisitate tutte le testimonianze acquisite come quella dell’avv Maria Turco a colloquio con il d.g. dell’Università Simone Olivieri; e anche dell’avv. Chiappero quando fa riferimento all’impossibilità rappresentata dal ministero dell’Interno di definire la procedura di rilascio della cittadinanza nei tempi previsti per il tesseramento di Suarez e la conseguente iscrizione nelle liste della Champions League, ossia entro il 6 ottobre.
Gli inquirenti, ricorda calciomercato.com, evidenziano al contrario come, in occasione del suo interrogatorio, il vice-prefetto Dinacci avesse precisato che “l’urgenza della pratica era stata evidenziata dai miei superiori”, svelando i tre o quattro colloqui in cui aveva spiegato a Chiappero che – superato lo scoglio dell’esame di italiano su cui s’era incagliata la vecchia pratica – si sarebbe potuto sollecitare il Consolato di Barcellona per accelerare i tempi della nuova. Come conferma il prefetto Rabuano: “L’ufficio in determinati casi può fare segnalazioni di urgenza dietro documentata richiesta, quindi la pratica poteva essere perfezionata anche a ottobre, salvo buon esito dell’attività degli uffici”. In pratica il procuratore è convinto che il comportamento dei dirigenti bianconeri abbiano ostacolato il lavoro di ricostruzione dei fatti.