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Il pubblico, i valori, i danni economici: Gravina analizza lo stato del calcio

“Per quello di buono che abbiamo fatto, ora possiamo concorrere alla pari con altre organizzazioni sociali ed economiche al rilancio del Paese”. Ne è sicuro il Presidente della FIGC Gabriele Gravina, che analizza il futuro del sistema-calcio nel corso di una lunga intervista concessa al Corriere dello Sport. Innanzi tutto, Gravina evidenzia i limiti che ancora attanagliano questo sport, ma rivendica la ripartenza in sicurezza. “Voglio fare autocritica. Dobbiamo riconquistare un ruolo sociale. Far comprendere ciò che rappresentiamo, in senso economico, civile, valoriale. Finora a rappresentarci sono stati i nostri difetti e le nostre criticità. Il risultato ottenuto riaprendo il campionato a giugno, senza contraccolpi epidemiologici, è un grande punto a nostro vantaggio. Per quello di buono che abbiamo fatto, ora possiamo concorrere alla pari con altre organizzazioni sociali ed economiche al rilancio del Paese”.
Per quanto riguarda il pubblico allo stadio, ribadisce la sua fiducia nel premier Conte. “Ho molta fiducia nel premier, che ho incontrato con grande piacere. E ho fiducia nei ministri della Salute e dello Sport – ha dichiarato. Ma la fiducia richiede risposte in tempi brevi. Perché c’è un protocollo di grande qualità, e ci sono tutte le condizioni per una riapertura parziale”. Anche perché il pubblico sarà fondamentale nel sanare i bilanci: già il mercato ha evidenziato una certa sofferenza dei club europei. “I danni ci saranno – avverte Gravina. La Fifa parla di 14 miliardi di dollari, l’Italia fa parte del sistema. Le nostre stime sono pesanti. Il botteghino vale il 15 per cento ricavi, il suo taglio parziale farà più magre le casse. Gli sponsor sono crollati, perché viene meno il business dell’ospitalità negli stadi. Dovrebbero salvarci i contratti con i broadcaster, ma un calcio senza pubblico si vende male. Ce la faremo anche stavolta, non chiediamo soldi, ma ci si aiuti almeno a fare impresa, velocizzando le procedure”. In questo contesto, il capitolo stadi: “È la questione da affrontare con tutte le energie possibili. Stadi e settori giovanili sono gli asset del rilancio, senza i quali siamo condannati al fallimento.”
All’attenzione del Presidente anche la perdita di competitività della Serie A. Sulla scia del patron del Napoli, De Laurentiis, Gravina auspica un modello diverso dal campionato attuale. “Sto lavorando a un campionato diviso in tre fasi, con una final eight per assegnare il titolo”. Un progetto allo studio anche della FIFA, che prevederebbe campionati con un solo girone ed in seguito partite da dentro o fuori.
Infine, una battuta sul VAR: in tal senso l’Italia è stata tra le prime nazioni ad adottarlo, ma le polemiche non si sono arrestate. “Ci vogliono regole più omogenee a livello internazionale, più esattezza sull’applicazione. A Coverciano stiamo istituendo il controllo centralizzato e un’attività di formazione per arbitri e dirigenti. Non ha senso il Var a chiamata, quando tutte le immagini dubbie ricevono una verifica corretta e trasparente”.  Competitività, trasparenza, infrastrutture, bilanci in regola: il calcio del futuro, secondo Gabriele Gravina.

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