“Al di là di come andrà è stata e sarà una storia bellissima”, così Luciano Spalletti ha messo un punto per quanto fatto fin qui e a capo per “Que Sera Sera”. Trentuno partite, 66 punti, miglior difesa del campionato, ma non è tutto qui. C’è molto, molto di più per l’atmosfera di partecipazione e condivisione che mancava a Napoli da troppi anni. Non ci è riuscito subito per la diffidenza dei tifosi napoletani che sono sempre poco teneri con se stessi, preferendo fischiare i propri giocatori piuttosto che addossare colpe al “potere”. Però questa certezza delle ingiustizie ha logorato la fede azzurra che poco alla volta ha abbandonato l’ex San Paolo, non riversandosi in massa verso il Maradona.
E il primo traguardo di Luciano Spalletti conta più della sconfitta con l’Empoli o lo Spezia, perché riconquistare i tifosi che fanno rivivere il libro-guida di De Giovanni, “il resto della settimana” era il primo vero scudetto. Da una domenica ad un’altra, come racconta un libro di vita vissuta, si parla della partita vinta (o non) iniziando a disegnare quella che verrà. E’ questo il tifoso che aspetta al bar di parlarne, in funicolare o dal barbiere. Un rito che si stava spegnando e Spalletti ha riacceso.
Non si vince senza l’amore dei tifosi che per una strana alchimia è superiore ai soldi, al potere, a internet, all’intelligenza. E’ un sentimento che non puoi industrializzare, digitalizzare, comprimere, comprare. E’ quanto ci ha invidiato tutto il mondo ed è quanto è stato esportato in tutto il mondo in un passa-parola che ha fatto arrivare tanti calciatori perché… “il pubblico di Napoli…”
In tanti si arrendono di fronte alla mancanza di libertà nel camminare liberamente nella città, poi, se vanno via portano con sé un qualcosa che non potranno più rivivere. Ezequiel Lavezzi in un’intervista concessa a Gianluca Di Marzio rivelò: “ Anche in Italia mi volevano ma quando sono andato via da Napoli ho detto che non avrei giocato in nessun’altra squadra, sono troppo legato a quella maglia e lì ho fatto la storia, non avrei mai potuto giocare in un altro club di Serie A. Alla Juventus non sarei mai andato”.
Le cose stanno così fino alla 31esima giornata ed è già una storia bellissima. Manca qualche capitolo per concludere la prima serie, ma ce ne saranno altre. Il futuro è tutt’azzurro