
In un libro denuncia l’ex arbitro Claudio Gavillucci mette in discussione la mancanza di chiarezza
“L’uomo nero, le verità di un arbitro scomodo” è un libro denuncia scritto da Claudio Gavillucci con una prefazione di Marco Travaglio. E’ il racconto dall’interno dell’arbitro che ha osato mettere in discussione un sistema rivelandone ombre, condizionamenti e opacità e che Marco Travaglio così commenta: “L’arbitro Gavillucci, come pochi altri visionari, si era fatto l’idea che la legge in Italia fosse uguale per tutti. Ovviamente ne ha pagato le conseguenze. Peggio per lui, ma soprattutto per noi” .
Nella presentazione del libro scritto con Manuela D’Alessandro e Antonietta Ferrante, si legge:” La testimonianza di Claudio Gavillucci, dismesso dalla serie A nell’estate del 2018 e finito ad arbitrare nei campetti di provincia dopo essere stato tra i primi a sospendere una partita per cori razzisti, ( nr. Sampdoria – Napoli) rivela una realtà finora sconosciuta e risponde alle tante domande che ogni tifoso o appassionato di calcio si pone. Questo libro è un viaggio nel mondo degli arbitri reso possibile anche grazie alla pubblicazione di documenti inediti e rivelatori. 1) Esiste una sudditanza psicologica rispetto ai club più blasonati? 2) Quanto incidono i media sulle valutazioni dei direttori di gara? 3) Quanto guadagnano gli arbitri? 4) Che contratti e che tutele hanno? 5) Sono davvero indipendenti? 6) Che cosa ha prodotto l’introduzione del Var? A partire dalla sua storia, qui ripercorsa dagli inizi alle luci di San Siro, Gavillucci risponde a questi e altri interrogativi conducendo il lettore nelle segrete stanze di una realtà che fa dell’assoluta riservatezza la sua bandiera. Come un fortino inespugnabile, impermeabile a ogni polemica, errore, scandalo. Forse è finalmente arrivato il momento della trasparenza.”
Oggi è un uomo sereno che ha ricominciato a Liverpool una vita diversa per una visione diversa dello sport e del calcio guardando avanti non senza rimpianti per ciò che ha “dovuto” lasciare ma in una trasmissione “Si Gonfia la Rete”, Gavillucci è tornato su questioni spinose , dichiarando : “ Innanzitutto ribadisco che i miei colleghi sono persone integerrime. Quello che non funziona è proprio il sistema che li governa, che induce i tifosi a fare retropensieri che non esistono. Maggiore trasparenza – come per esempio la comunicazione diretta come nel rugby sui casi var – darebbe una migliore immagine. Trasmettere l’episodio allo stadio non sarebbe così scandaloso. UEFA e FIFA stanno lavorando anche a questo, ne sono sicuro. Chi governa gli arbitri in Italia invece non ha ancora capito l’importanza della trasparenza e di poter mostrare come più cristalline le dinamiche per far sì che tutto il sistema calcio migliori. Acclarato che quell’Inter-Juve fu una partita sfortunata, sbagliano anche i calciatori ma ciò che veramente è sbagliato, è stato il non spiegare il perché si è commesso quell’errore e non ammetterlo. Nel mio libro ci sarà un capitolo intero dedicato a questa situazione, perché le incongruenze di quella partita non si fermano a un solo episodio. Bisognava metterci la faccia, lo disse anche De Laurentiis dopo Napoli-Atalanta: visto che paghiamo un servizio ci dev’essere spiegato il motivo”. Nel libro, inoltre, non manca il capitolo dedicato al razzismo e, quindi il ricordo di quel Sampdoria-Napoli:” Quando sospesi la partita per cori discriminatori, finì la mia carriera in A ma almeno ci fu un’inversione di tendenza sui casi da razzismo. Ho ricominciato ad arbitrare per hobby qui in Inghilterra, mi hanno fatto innamorare di nuovo di questo lavoro. Qui il razzismo è una parola pesante: si parla di un argomento che pesa, specie all’interno dello sport”.
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