Contropiede Azzurro

Inchiesta patenti: anche Edoardo De Laurentiis è coinvolto

Edoardo De Laurentiis Roma 14-10-2017 Stadio Olimpico Football Campionato Serie A 2017/2018. AS Roma - Napoli Foto Cesare Purini / Insidefoto

Anche Edoardo De Laurentiis, vicepresidente del Napoli e figlio del patron Aurelio, è coinvolto nell’inchiesta per ottenere “patenti facili” che ha già visto fra i protagonisti alcuni calciatori azzurri tra cii Koulibaly, Ghoulam e Callejon. Edoardo non è indagato e in ogni caso sui fatti in questione probabilmente arriverà la prescrizione, ma resta certamente una brutta storia. Sono emerse alcune intercettazioni con cui gli inquirenti hanno dimostrato il metodo usato da Ciro Leva, ritenuto l’organizzatore del malaffare.

Sei punti recuperati sulla patente e qualche telefonata di troppo con un soggetto intercettato: questo è quello in cui è coinvolto Edoardo De Laurentiis. È il 4 dicembre del 2014, quando i carabinieri ascoltano la prima conversazione: De Laurentiis jr ha da poco ricevuto una multa di 700 euro a Roma ed è preoccupato di perdere punti, per questo si rivolge a Ciro Leva, che gli dà questi consigli:

“Allora paga e poi vediamo cosa dobbiamo fare, ma ti hanno fermato?”;

Edoardo De Laurentiis: “No”;

Ciro Leva: “Allora vieni da vicino che ne parliamo, stasera mi trovi in autoscuola; perché tu non stavi alla guida, alla guida c’era qualcun altro, mica ci stavi tu…”;

Edoardo: “Eh e chi ci mettiamo?”;

Ciro: “Non stavi tu alla guida, perché tu stavi qua a Napoli, hai prestato la macchina…”;

Eduardo De Laurentiis: “Eh, vatti a ricordare Ciro”.

Poi un’altra telefonata, quando con il vicepresidente azzurro che “richiama Ciro Leva per comunicargli che non poteva essere risolta la questione, così come sinteticamente aveva lui proposto, perché la società di autonoleggio aveva già comunicato il suo nome quale reale conducente del veicolo”, scrivono gli inquirenti. Queste parole sono prive di conseguenze penali, ma accendono un faro sulla storia dei “recupero punti in patente”.