
Infortuni in allenamento, il rischio è alto
Gli infortuni in allenamento di Pau Lopez della Roma e di Kostas Manolas e Fabian Ruiz del Napoli dimostrano quanto sia elevato il rischio per i calciatori, sottoposti ad intensi allenamenti per prepararsi allo sforzo che li attende nelle 12 gare da disputare in un mese e mezzo.
Sull’argomento i medici del Barcellona hanno dichiarato che quasi tutte le squadre andranno incontro ad almeno 5/10 infortuni durante il primo mese di gare. Le cause? Innanzitutto il periodo eccessivo di due mesi di confinamento che ha inevitabilmente inciso su un fisico già provato psicologicamente dal Covid-19. Poi l’allenamento insufficiente, dovuto alle rigide regole imposte dal protocollo sanitario. Infine, l’assenza di amichevoli e il poco tempo a disposizione per recuperare. Ma per i medici spagnoli c’è anche un altro aspetto da non sottovalutare e che potrà causare infortuni: l’enorme sforzo mentale dei calciatori che, a poche giornate dalla fine, si giocheranno tutto per vincere un campionato, per qualificarsi nelle coppe europee o per non retrocedere nella categoria inferiore.
Di fronte ad una preoccupazione che esiste e che è alta, ecco le dichiarazioni rilasciate in merito da alcuni esperti:
Pier Paolo Marino, direttore area tecnica Udinese:
“Una ripresa dell’attività il 13 giugno, come votato dall’assemblea di Lega, creerebbe una gravissima problematica legata agli infortuni che si sta già riscontrando in Bundesliga. Il campionato tedesco, infatti, è ripartito ieri dopo 7 settimane di allenamenti e si sono già infortunati seriamente diversi giocatori. La Serie A, addirittura, vorrebbe ripartire dopo 4 settimane non effettive di lavoro ma non sappiamo ancora se da domani ci si potrà allenare in gruppo o individualmente, in quanto le linee guida attuali non sono applicabili in pieno. Un’eventuale ripresa del campionato il 13 giugno, comporterà, quindi, un rischio infortuni elevatissimo. Se venisse confermata quella data sarebbe una vera e propria follia per i calciatori e le società.”.
Eugenio Albarella, preparatore atletico:
“L’obiettivo è riaccendere. Mi riferisco agli aspetti aerobici e neurogeni: il calciatore potrà fare ripetute sui 50 metri, oppure ricondizionare aspetti di forza con l’uso di carichi naturali e affondi. Bisogna in ogni caso essere bravi a pesare le intensità dei vari lavori: le tre o quattro settimane previste per una preparazione potrebbero non bastare per garantire prestazioni all’altezza.”.
Fabio Capello, allenatore:
“Temo gli infortuni più del virus. Hanno lavorato due mesi in casa con molti limiti, e adesso hanno voglia di entrare subito in forma. I rischi di infortunio muscolari saranno molto alti: benedette le cinque sostituzioni in arrivo.”.
Massimo Moratti, ex presidente dell’Inter:
“Fare venti partite in un mese mette a rischio infortunio i giocatori. Io avrei ancora un po’ di pazienza, puntando direttamente al prossimo campionato.”.
Roberto Rey
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