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Inter-PSG, e ‘l modo ancor m’offende”

Si deciderà in giornata il futuro di Simone Inzaghi che si ritroverà a quattr’occhi con Marotta per capire se esistono ancora le condizioni per costruire un nuovo corso. Intanto, trascorsi quattro giorni, le immagini di quella partita che doveva essere e non è stata, ritornano come un incubo che ogni tifoso rivive nel sonno.

Il calcio di inizio di Inter – Paris Saint-Germain è stato unico nel suo genere e nella storia del calcio, mai, era capitato di veder lanciare il primo pallone a disposizione volontariamente e intenzionalmente in fallo laterale nei pressi dell’area avversaria in questo caso nerazzurra. É stato un messaggio…perentorio e deciso… e I’avvertimento era chiaro ed è lo stesso messaggio che si usa nelle partite di rugby: “con questo lancio ho recuperato e occupato 30/40 metri della tua metà campo e ora per venirne fuori devi affrontare tutti noi…” Un agguerrito “15”… sarà battaglia dura su ogni pallone e la conquista di ogni metro di erba, un duello fino alla morte… e recuperare “campo” sarà un’immane fatica e sofferenza. É mancata solo la leggendaria Haka, una danza rituale tradizionale dei Maori della Nuova Zelanda, spesso associata alla nazionale di rugby All Blacks.

Da quel momento in poi la compagine milanese si è dissolta ed è stata alla “mercé” di quella transalpina. Pressing e anticipi, velocità ed azioni verticali hanno destabilizzato in pochi minuti tutte le certezze e le raccomandazioni pre-partita dell’ambrosiana Inter. Si è arrivati con naturalezza e senza affanno alcuno al 2-0. La cosa impressionante è stata osservare l’assenza totale di agonismo dei giocatori interisti, come se l’ansia dell’attesa, l’importanza di una gara così prestigiosa e decisiva li avesse svuotati dell’agonismo utile per reggere almeno in parte l’impatto con l’undici parigino. É sembrato di assistere a una partita estiva, quasi di allenamento, come quando una compagine stellare incontra una squadra giovanile di quarta serie… tanto per sgranchirsi un po’ le gambe.

Così tutte le speranze del popolo interista, le migliaia di tifosi che hanno occupato piazza Duomo a Milano e in tante altre località, si sono dissolte ben presto come neve al sole. Tra le tantissime finali di “Coppa Campioni” spesso risolte nei minuti finali e con un solo gol di scarto, questa sarà ricordata per un punteggio quasi tennistico 5-0 e per l’assenza totale di adrenalina della tifoseria nerazzurra. A primo tempo inoltrato il popolo nerazzurro si era reso immediatamente conto che la propria squadra non era scesa in campo a fianco dei propri tifosi e che qualsiasi rimonta non sarebbe stata possibile.

Il vero vincitore è stato il pensiero calcistico dell’allenatore spagnolo della squadra francese, che ha puntato tutto su un gioco non sparagnino e su una compagine con età media di 24 anni. Un team  dunque giovanissimo e probabilmente “più affamato di vittorie”, che infatti quest’anno ha vinto tutto quello che c’era da vincere in Francia, ed è risultato all’altezza di una sfida importante, come quella della Coppa dei Campioni.

Raffaele Esposito

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