Il campione sloveno è arrivato lunedì 7 settembre alle 15.30 al centro sportivo Bortolotti, accolto da un nugolo di tifosi e striscioni, ma per ora non si allenerà. Josep Ilicic, finito nelle cronache per le proprie vicende personali, è rientrato, però, stabilmente a Bergamo. Che sia stato il Covid 19, forse preso, col terrore di morirne o di vedere ammalarsi le sue bambine, che l’epidemia a Bergamo avesse fatto tornare alla memoria del fantasista nerazzurro la guerra nella ex Jugoslavia e l’assassinio del padre – avvenuto quando il campione aveva neanche un anno – che dipendesse, invece, dall’angoscia post lock down o da problemi personali, resta il fatto che quanto accaduto a Josip Ilicic non ha precedenti nel calcio italiano.
Si è scritto tanto, però. Soprattutto che fosse ritornato in Slovenia perché stanco e depresso e che le sue forze – soprattutto mentali – fossero al minimo. Ma sembra, invece, che la vera motivazione alla base dell’addio repentino di Ilicic dipendesse, invece, dal cuore e dal rapporto in crisi con la moglie, che avrebbe fatto in fretta e furia i bagagli per tornare in Slovenia con le due figlie, Victoria e Sofjia. E sebbene il giocatore abbia successivamente ribattuto alle tante presunte voci di una separazione tra lui e la moglie, questa resta attualmente la pista più probabile.
Quindi nessuna stanchezza per il ragazzo sloveno, ma soltanto un momento personale molto triste, sfociato in un salvifico viaggio in terra natìa. Un viaggio finalizzato a ricomporre la propria serenità familiare oltre che a ritrovar se stesso.