Contropiede Azzurro

Juventus-Napoli s’ha da giocare, ma gli azzurri non vogliono partire

Il centrocampista macedone Eljif Elmas entra al Training center del Calcio Napoli a Castel Volturno (Caserta) il 29 settembre 2020 ANSA / CIRO FUSCO

Nella tarda serata è arrivata  la posizione ufficiale della Lega di Serie A: Juventus-Napoli resta in programma alle 20.45. Dopo il comunicato dell’Asl Napoli 2 Nord “in merito alla vicenda della mancata partenza della squadra del Napoli a seguito della comunicazione della positività ai tamponi per i calciatori Zielinski ed Elmas” in cui l’azienda comunica “che sono state applicate le norme nazionali e regionali in merito alla gestione della pandemia” e la nota della Juventus che ha fatto sapere che “la Prima Squadra scenderà in campo per la gara Juventus-Napoli domani alle 20.45, come previsto dal calendario della Lega di Serie A”, la Lega fa sapere che la partita resta regolarmente in programma domani alle 20.45. Dopo il caso Genoa e il rinvio della gara dei rossoblù liguri contro il Torino, la Lega ha colmato un vuoto normativo, stabilendo che sulla falsariga di quanto previsto dalla Uefa, ogni squadra con 13 giocatori disponibili dovrà andare in campo e solo una volta l’anno, a patto di avere almeno 10 positivi in rosa, potrà chiedere il rinvio.

Nella comunicazione alla società calcio Napoli, la Lega precisa che se non dovesse presentarsi a Torino partendo domenica mattina, perderà la partita 3-0 a tavolino. Gli azzurri non sono intenzionati a partire, e studiano già un possibile ricorso. L’isolamento imposto fa  sì inoltre che difficilmente i giocatori convocati per le prossime partite delle varie Nazionali – ben 12 – potranno rispondere.

E allora spazio alla fantasia della Juventus che ancor prima della decisione della Lega, ha annunciato la discesa in campo della Prima Squadra, magari su suggerimento dei commentatori di Sky Sport che già parlavano della possibilità di una sconfitta per 3-0 a tavolino. Una decisione – se così fosse – che sarebbe presa  per non decretare la sconfitta (non a tavolino) della Lega; una scorrettezza (di una società signora) di chi ha vissuto l’incubo covid nel recente passato e nell’immediato con due membri dello staff. Ma “causa causarum?”  Occorre andare indietro di due giorni appena per seguire il Consiglio straordinario di Lega e capire che in due sedute (30 settembre e 1° ottobre) ha elaborato il regolamento dell’assurdo. Far vivere il calcio ad ogni costo falsando la sua essenza è pur sempre un modo per affossarlo. L’unica decisione saggia ipotizzata e subito ritirata sarebbe stata quella di sospendere il campionato per 15 giorni approfittando della sosta per le Nazionali per poter decidere in modo da non creare conflitti di interesse. Ora è caos.