Juventus, squadra senz’anima
Lo sguardo è già rivolto alla 33esima giornata, ma è difficile non tener conto della settimana trascorsa. Con fatica si guarda alla classifica dopo aver analizzato la 32esima giornata del campionato più balordo che si ricordi (se mai c’è stato). E la Juventus resta in vetta alle attenzioni, non in positivo, di chi ama il calcio.
Non si fosse chiamata Juventus, ma Pinco Pallino? Ci sarebbe una squadra in più se non in zona retrocessione, almeno nel limbo della classifica. La Juventus alla fine arriverà anche al secondo posto, conquisterà il diritto a giocare la Champions ma è una squadra senz’anima che corrisponde in pieno alla filosofia della superlega. Giocatori rabbiosi, nervosi, arroganti, scontenti che ritengono di essere arrivati a Palazzo. Anche nella partita giocata con il Parma, l’impressione è stata quella di 11 giocatori contro una squadra già con un piede in serie B ma che combatte con una dignità da applausi.
Maurizio Sarri lo scorso campionato le ha tentate tutte, finanche di ‘capire’ le esigenze del divino. Ebbe l’ardire di sostituirlo e alla fine è stato sostituito. Aveva capito anche il buon Maurizio dove era arrivato e da un uomo di campo definì quella squadra ‘inallenabile’. Così quest’anno hanno fatto accomodare sulla panchina un uomo grigio, che non esprime dubbi, comprende ogni manovra del club, sputa veleno sugli altri come gli hanno detto di fare, né si è chiesto se, iniziando ad allenare una squadra di combattenti in serie C non sarebbe stato un gran vantaggio.
Ma oggi la Juventus come non accadeva da tanti anni deve affrontare altri problemi. Tengono banco i conti in rosso per la Juve, che dopo il fallimento della Superlega deve trovare un altro modo per risanare il bilancio, come riporta juventusnews24.com: così spunta l’ipotesi di un nuovo socio per sistemare i conti. Non è infatti da escludere il possibile l’ingresso di un fondo di private equity come nuovo socio di minoranza, con Exor che manterrebbe la maggioranza.
C’è poi il problema Agnelli: il presidente della Juve, come riporta tuttojuve.com, ora deve ricucire i rapporti con la Uefa, missione non facile visti gli attriti con Ceferin che nei giorni scorsi non ha risparmiato attacchi durissimi, tanto da definirlo serpente. Oggi altre bordate e una minaccia: “Meglio ingenuo che bugiardo. Deciderò io chi può sedere al mio fianco. I club ribelli subiranno conseguenze”.
Agnelli si è dimesso da membro del massimo organismo calcistico europeo e dall’Eca, la Confindustria del pallone continentale di cui era presidente (al suo posto il patron del Psg Al Khelaifi). Il potere del numero bianconero a livello internazionale si è dissolto dopo lo tsunami Superlega e in Italia è evidente la rottura con alcuni club che addirittura vorrebbero fargli causa. Il momento è delicato sotto il profilo politico-istituzionale e certo la situazione economica non aiuta. Inevitabili quindi i dubbi sulla possibilità di restare o meno alla guida del club. “Quanto è successo mi darà il tempo al 110% sulla Juventus”, assicura Andrea. L’ipotesi dimissioni sembra essere lontana, ma è normale una riflessione in casa Exor da parte del presidente e cugino John Elkann.




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