
Kuliak, ginnasta russo, gareggia contro l’ucraino Kovtun con il simbolo dei carri armati sulla canotta
Sul podio delle parallele maschili, a Doha, in occasione della Coppa del Mondo di ginnastica artistica, c’era una nota decisamente stonata. Una lettera, precisamente: la Z sfoggiata sulla maglia dal ginnasta russo Ivan Kuliak, terzo classificato, sul podio insieme al collega ucraino Illia Kovtun, vincitore della gara. Ma quella Z è un simbolo ben visibile sui mezzi blindati russi impegnati nell’invasione dell’Ucraina: mentre i carri armati del Cremlino devastano ormai da oltre 10 giorni il Paese, con impressa sulla fiancata quella lettera, Kuliak con insulsa fierezza, addirittura, sfoggia quello stesso simbolo di morte. Non c’è che dire: decisamente fuori luogo, tanto che la federazione internazionale ha avviato un’indagine che potrebbe portare anche alla squalifica per Kuliak.
Ad ogni modo, per il ginnasta russo, quella di sabato è stata in ogni casa l’ultima occasione per partecipare ad un evento simile: dal 7 marzo, la partecipazione dei ginnasti russi (e bielorussi) alle gare internazionali è stata sospesa, come da richiesta del Comitato Olimpico. Una misura “volta a preservare l’integrità della ginnastica, la sicurezza di tutti gli atleti e di combattere ogni forma di violenza e di ingiustizia sportiva”.
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