
Le riflessioni di Gaetano (che non sono io…)
Io sono Armando Guarino e scrivo gialli, ma quando ero piccolino e facevo volare la mia fantasia mia nonna diceva a mio padre: ”ecco, sta facendo le riflessioni di Gaetano…”. Siccome non ho mai saputo chi fosse il “suo” Gaetano ne ho inventato uno io con il quale parlare del mio immenso amore per Napoli e il Napoli.
Mi sono chiesto se andare da Gaetano a fare colazione stamattina. Dopo la mia intrusione, la settimana scorsa, durante le preghiere inascoltate, temevo mi assalissero. Invece ho trovato Gaetano impegnato come fosse un giorno normale a distribuire brioche e caffè.
“Ciao Gaeta’”, gli faccio.
“Ciao Arma’. Solito cappuccino con cornetto?”
Gli faccio segno con il pollice alzato che andava benissimo, ma rimango ancora più spiazzato. Quando si avvicina a servirmeli, non posso fare a meno di chiederglielo.
“Gaetano, ma non siete dispiaciuti per il pareggio con il Genoa arrivato a cinque minuti dalla fine?”
Mi guarda per un attimo allibito.
“Certo che siamo dispiaciuti” mi fa, “ma non è Firenze 2018. Allora non dipendeva da noi, eravamo secondi a un punto e, dopo le nefandezze di Orsato, ai giocatori sembrò crollare il mondo, ebbero l’impressione che non sarebbe bastato il loro meglio, che ci sarebbe stato sempre qualche ostacolo a frapporsi tra loro e quel triangolino tricolore. Poi l’ostacolo vero se lo crearono loro stessi con quella sciagurata partita”
Fa un attimo di pausa perfettamente teatrale.
Poi riprende.
“No, oggi noi siamo ancora primi, abbiamo noi un punto di vantaggio e abbiamo solo utilizzato con i rossoblu quella possibilità che avevamo di non vincere. Ora però il destino è nelle nostre mani. Se vinciamo con parma e Cagliari, non ci saranno se e ma, finalmente ci cuciremo addosso questo benedetto quarto scudetto. È anche ritornato Neres… e poi la garanzia che i ragazzi daranno tutto quello che hanno è mister Conte. Nessun avvilimento, continuare a lavorare come abbiamo fatto finora, questa deve essere la parola d’ordine. Nessuna paura. Bisogna lottare fino alla fine, perché noi ci crediamo”.
Avrei voluto dire “Sì, ma se non vinciamo?” oppure “Però abbiamo sprecato il bonus proprio ora che andiamo a Parma, forse la più difficile tra quelle che avevamo da giocare insieme a quella di Lecce. Ma poi decido di rimanere in silenzio.
In fondo ha ragione lui.
Non è Firenze.
Nel frattempo cappuccino e cornetto si sono fatti freddi.
Vedi cosa vuol dire, farsi prendere dall’ansia?
(Armando Guarino)
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