
Tifosi a Parma? Chissà!
Che accoglienza a Capodichino: “la capolista se ne va” verso il traguardo ormai vicino. Al ritorno da Bergamo era ancora un sogno e don Antonio fu costretto a prendere il megafono per salutare i tifosi. Stanotte alle 23,14 i tifosi cantavano “era un sogno che si sta avverando” prendendo d’assalto anche Tommaso Starace, cuore pulsante dello spogliatoio azzurro. Una bolgia con quel ritmo dimenticato lo scorso anno di….” tu non devi mollare”. Ora, giusto un attimo per prendere fiato e già a pensare al prossimo appuntamento con il timore di non poter essere presente nella caldera dello stadio Tardini.
La Gazzetta dello Sport scrive: “Pomeriggio di disordini allo stadio Via del Mare di Lecce prima della sfida tra i giallorossi e il Napoli. Il clima, già teso dopo l’annullamento di 701 biglietti comprati dai tifosi azzurri in settori diversi da quello riservato agli ospiti e poi «cancellati» perché residenti in Campania, si è ulteriormente surriscaldato poco prima della partita.
I primi contrasti si sono verificati tra alcuni tifosi del Napoli e la polizia che conteneva la spinta di coloro che tentavano di entrare. Chi provando a forzare i cancelli, chi scavalcandoli. Centinaia hanno tentato di forzare il blocco della polizia che è però riuscita a respingere l’assalto.
Ma appena dopo le forze dell’ordine hanno bloccato l’ingresso al settore anche a chi il biglietto l’aveva acquistato regolarmente. E, a quel punto, lo scontro si è «spostato» tra i tifosi che avevano il biglietto e il migliaio che non era riuscito a comprarlo. Schiaffi, pugni, cinghiate: è successo di tutto, anche se non si segnalano feriti. Ora per i tifosi del Napoli va considerata a forte rischio la prossima trasferta, al Tardini di Parma“.
Innanzitutto sia garantito l’ordine pubblico perché una festa non diventi una tragedia come accadde il 3 giugno 2017 a Torino a Piazza San Carlo, e tuttavia sia lecito chiedere se per i disordini avvenuti a Lecce si sia fatto tutto il possibile per prevenirli. Tutto? Stranamente, ancora una volta, sotto osservazione risultano soltanto i tifosi azzurri, quelli che due anni fa, ad Udine proprio il 4 maggio, volevano festeggiare lo scudetto sul campo Friuli “proprietà privata” degli ultrà dell’Udinese che alla vigilia avevano minacciato: “non festeggerete lo scudetto sul nostro campo”. E, uomini di parola, dalle promesse passarono ai fatti, ovvero alle cinghie e bastoni per colpire tifosi felici per lo scudetto conquistato. Martedì si saprà.
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