Lega spaccata….statuto
Crisi nera all’interno della Lega Calcio: netta e decisiva la presa di posizione da parte dei club della serie A nei confronti di CONI e Federazione, respingendo con veemenza l’ultimatum ad adeguarsi ai principi informatori del CONI formulato da Gravina; ciò ha comportato, come conseguenza, la dimissione improvvisa di Dal Pino da presidente della Lega, probabilmente, al di là delle dichiarazioni diplomatiche, dettate da una profonda spaccatura tra i club ed il presidente stesso, eletto nel 2020.
C’è da dire che, ad avviso del sottoscritto, la direzione Dal Pino ha lasciato grandi perplessità nelle scelte, nella gestione e nel modo di procedere. Urge, ed è già stata convocata per il 7/2 l’assemblea, la nomina di un nuovo presidente onde evitare l’onta del commissionamento. Il conflitto tra club e presidente nasce, in ultimo, con l’iniziale rifiuto da parte di Dal Pino, di sottoscrivere la lettera, poi inviata, da parte delle società con la quale le stesse invitavano il presidente del CONI Malagò ed il sottosegretario allo sport Vezzali a rivedere la richiesta di un nuovo statuto con il passaggio, nelle votazioni, da maggioranza qualificata a quella semplice. La richiesta della FIGC viene considerata dalle società illegittima in quanto, a loro dire, la lega è un’associazione di diritto privato e quindi dotata del pieno diritto di autodeterminarsi, in conformità delle norme del codice civile.
Pertanto i club ritengono che la Federazione possa dettare principi informatori che attengono all’oggetto della delega (organizzazione dei campionati) ed alle regole tecniche della disciplina sportiva, ma non possa mai interferire nella scelta che attengono alla vita dell’associazione, come per esempio l’imposizione di determinati quorum costitutivi e/o deliberativi, tanto più con riferimento alla ripartizione dei proventi economici dell’associazione e delle sue associate. Quelle scelte, che attengono all’espressione della volontà associativa di natura privatistica, devono poter essere liberamente effettuate dagli associati a loro discrezione,senza alcun tipo di imposizione e/o condizionamento dall’alto. Di fatto la lega di serie A, a differenza di quella di serie B e lega pro, non vuole perdere il suo potere di veto.
Si spiega pertanto la decisione di Dal Pino, che aveva creato un feeling con Gravina e si è trovato improvvisamente in una situazione di potenziale conflitto con i vertici della Federazione. Si pensa che l’unica soluzione una volta nominato il nuovo presidente è la costituzione di un tavolo tecnico con FIGC e CONI per il bene del calcio. Dal punto di vista strettamente legale non appare del tutto condivisibile la posizione dei club e della Lega (vedi Superlega) atteso che, pur essendo la lega stessa un’associazione di diritto privato, comunque, come affiliata a CONI e Federazione, deve necessariamente uniformarsi ai dettami da parte degli stessi CONI e Federazione.




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