Anche domani sarà Evani a guidere il gruppo perchè Roberto Mancini è risultato ancora positivo al covid. Contro la Bosnia cenerentola del girone è bene non abbassare la guardia, ricordare la gran fatica nella partita d’andata finita 1-1 e non rischiare calcoli in caso di vittoria della Polonia o dell’Olanda: l’Italia può ambire al primo posto che assegnerebbe l’organizzazione della finale ad ottobre 2021 a Milano e Torino. Si giocherà a Serajevo e nella Bosnia non giocherà Dzeko che segnò all’andata. Molto probabilmente ci sarà invece Insigne che negli ultimi due anni contro i bosniaci si è esaltato segnando due reti e fornendo due assist illuminanti come quello per Berardi.
Chissà perché ancor oggi Ventura rimpiange di non averlo schierato come anche De Rossi gli consigliava dicendo: “Ma cosa entro a fare io ? Metti Insigne, dobbiamo vincere“. E non vincemmo. Chissà, l’incomprensibile gli avrebbe salvato se non la panchina almeno la faccia. Tra l’altro, soltanto chi non segue l’evoluzione di un giocatore può parlare della giornata da 8 in pagella e non di quella oscura con una sufficienza dietro la quale si nasconde una prestazione di sacrificio per la squadra. Che Del Piero o Baggio o Cassano abbiano fatto gli spazzini in difesa?
E domani l’Italia tenterà di concludere questa pagina azzurra in cui il piccoletto napoletano ha dato lezioni non solo di calcio. Perché, questo è un gioco di finezza, di classe, di sacrificio e Mancini lo ha capito da un pezzo.