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L’intoccabile Marcello Nicchi va a casa: il nuovo presidente è Alfredo Trentalange

Finisce l’era di Marcello Nicchi, il nuovo presidente è l’ex arbitro di Serie A Alfredo Trentalange che ha vinto le elezioni che si sono svolte in tarda mattinata.   Dopo tre mandati consecutivi è infatti finita l’era di Marcello Nicchi, sconfitto nelle elezioni dall’ex arbitro di Serie A Alfredo Trentalange.

Trentalange si è imposto sul presidente uscente con 193 voti a 125. Trentalange ha arbitrato in Serie A tra il 1989 e il 2003 ed è stato internazionale tra il 1993 e il 2003. Una vera rivoluzione per l’AIA che per tre mandati è stato guidato da colui che De Laurentis definì, l’intoccabile.

Certo, c’è ancora tanto da fare per rendere il calcio più appetibile e non si tratta soltanto di quattrini: si tratta piuttosto di fiducia nell’operato degli arbitri troppo spesso condizionati e poco sereni.  L’argomento lo ha affrontato qualche mese fa,  in un’intervista a Fanpage.it Claudio Gavillucci, ex arbitro di Serie A, che ha raccontato le dinamiche interne che regolano il mondo arbitrale in Italia dopo essere stato dismesso, a sorpresa, dall’Associazione Italiana Arbitri.

Gavillucci ha deciso di accendere i riflettori sul complesso sistema che regola l’AIA al suo interno e condiziona la vita professionale degli arbitri. Dalla singola partita all’intera carriera. Dinamiche raccontate nel dettaglio nel suo libro ‘L’uomo nero’ e, a proposito dei condizionamenti, ha scritto : “Riguardo l’aver sfiorato Calciopoli, Gavilucci dichiara che: “Se mi stai chiedendo se esiste la sudditanza psicologica, io ho coniato un nuovo termine, un’evoluzione: la sudditanza mediatica. Metto la mano sul fuoco su tutti i miei colleghi, persone integerrime e professionisti veri, che fanno della loro professione una ragione di vita. Ma non vengono garantiti da un sistema che gli permetta di poter essere sereni e liberi come dovrebbe essere un giudice”.

Oggi dunque comincia l’éra Trentalange  che salendo sul palco ha detto:” Chi vuole giocare una partita alla pari ha bisogno di regole, gli arbitri sono uno strumento di pace. Non possiamo sempre dirci che siamo i migliori del mondo, l’arbitro del futuro è un ricercatore, non un presuntuoso”. E ancora: “Relazioni, voti, devono essere a disposizione degli arbitri in tempo reale, è insopportabile che solo a fine stagione emergano delle anomalie”.

E’ l’auspicio di tutti coloro che ancora vogliono credere in questo sport. I fatti diranno se gli arbitri sono strumenti di giustizia.

 

 

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