“Te voglio bene Napoli, crir a me!”; “Stai sereno! Noi ci crediamo in te”: Lorenzo Lucca scrive e capitan Di Lorenzo risponde. E c’è da giurare che domenica, o quando sarà, tutto il Maradona inonderà di applausi un ragazzo che fa fatica a entrare nei meccanismi e nella mentalità di un grande club dopo aver giocato a Pisa e a Udine. I pochi borghesucci/tifosotti che hanno fischiato Lucca si son qualificati e anche squalificati, pronti magari a osannarlo un giorno che dovesse salire in cattedra.
E’ accaduto nel passato, anche recente, a tanti giocatori che poi son diventati beniamini. Uno degli ultimi è stato Juan Jesus, fischiato e mortificato in un momento in cui tutto il Napoli (quello del post-scudetto) annaspava: fu Juan Jesus a diventare il capro espiatorio fino a quando si è vendicato alla sua maniera e mister Conte in conferenza stampa ha detto: Juan Jesus è immortale, ringraziamo Dio e teniamocelo stretto”.
Resta ai margini comunque una parte di tifoseria snob che ha osato criticare De Bruyne; che ha ritenuto Lukaku un bidone; che vorrebbe minare le certezze di Di Lorenzo; che parla di un mercato fallimentare del Napoli. Tifosotti tossici di cui si farebbe volentieri a meno in uno stadio dove soltanto le curve mettono a dura prova la voce per dire Forza Napoli.
Lorenzo Lucca non è ancora “dentro”, ma se il Napoli è ai quarti di finale della Coppa Italia, lo deve a lui. Antonio Conte un mese fa in conferenza chiese “pazienza e fiducia” per i nuovi che devono integrarsi e come al solito esternazioni superficiali e di scarso rispetto possono rallentare questo processo.