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Luis Nani: “Il calcio in Italia si gioca soprattutto con la testa, è molto tattico. Dobbiamo migliorare nei tempi di gioco, evitare certe ingenuità”

Luís Carlos Almeida da Cunha, meglio noto come Nani, è arrivato al Venezia in questa sessione di mercato e Zanetti è deciso già a schierarlo domani contro il Napoli. 35 anni, esperienza da vendere con un passato in Italia piuttosto deludente, nel 2017 alla Lazio dopo aver giocato nel Man United, nello Sporting Lisbona, nel Fenerbahçe e nel Valencia. Arriva  in Serie A, col Venezia dopo una parentesi con l’Orlando City e ai microfoni della Gazzetta dello Sport, ha parlato delle sue prime impressioni dopo l’approdo in laguna.

Nani, il presidente Niederauer ha scelto Venezia prima del Venezia perché intravedeva un forte potenziale. E lei?

«Per tornare a giocare ad alti livelli, ritrovare grandi sfide e rimettermi in gioco. E la Serie A è uno tra i campionati più belli e difficili. Quando ero alla Lazio, volevo dimostrare anche da voi le mie qualità ma non ho avuto le chance. Non sono più giovane, ma ho una gran voglia di lavorare. Sono qui per aiutare la squadra e sfruttare questo momento, bellissimo per me».

Mai lottato per la salvezza?

«No, è un’esperienza nuova. Questo è motivo di grande soddisfazione per me. Quando giochi per un obbiettivo è più bello, mi piace essere sotto pressione. Prima giocavo per restare davanti e non scendere, ora per scalare posizioni e non restare sul fondo. Questo mi dà una motivazione anche più intensa».

L’impatto col gruppo?

«Buono, abbiamo una squadra di talenti e bravi ragazzi e mi sembra già di essere qui da tanto. C’è potenziale, come gruppo e come valori individuali. Il lavoro da fare è tanto, ma l’importante è vedere la spazio di manovra e di crescita e io le vedo».

Il suo impatto invece è già stato forte. Subito assist a Okereke. Crede di poter essere la soluzione per innescare gli attaccanti?

«Avendo parecchia esperienza magari riesco a sfruttare di più le occasioni per mandare in gol i compagni. Non sono al meglio, lo so, ho saltato la preparazione, ma mi sento già più in forma. So che questa squadra ha bisogno di fare gol, e io sono qui per segnare e soprattutto far segnare i Okereke, Henry, Johnsen e altri. Un po’ di calcio l’ho visto, e dico che abbiamo ottimi giocatori».

La Salernitana ci ha provato con Ribery ma non sta funzionando, causa anche infortuni.

«Toccando ferro, io sto bene. L’importante non è solo quello che posso fare in campo, ma anche quello che posso dare fuori, in allenamento. Sono un tassello che va a incastrarsi nel gruppo ».

Le prime due gare di A cosa le hanno detto del Venezia?

«La sconfitta con l’Inter mi ha lasciato un grande ottimismo. Potevamo fare punti, abbiamo disputato un’ottima partita, come gioco e per come ci eravamo arrivati, con tanti assenti per il Covid. Ho visto una squadra che ha fiducia in se stessa e uno spirito vincente. Se giochiamo sempre così possiamo andare lontano. E ho capito anche dove si deve crescere. Il calcio in Italia si gioca soprattutto con la testa, è molto tattico. Dobbiamo migliorare nei tempi di gioco, evitare certe ingenuità. Se ci riusciamo il nostro livello si alzerà e possiamo giocarcela con tutti. Io sono qui per aiutare a dare questa mentalità»

 

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