La Lega di A sta facendo di tutto per tornare a giocare nella terza decade di maggio. Ma riprendere il campionato, in una situazione sanitaria ancora fuori controllo, è una decisione che non sembra convincere tutti. Sono in tanti a pensare che vi siano diversi motivi per cui non sarebbe opportuno ricominciare.
Giocare infatti 2 gare a settimana con il caldo in arrivo aumenterebbe notevolmente il rischio di infortuni per i calciatori che dovrebbero affrontare un autentico tour de force dopo circa due mesi di inattività e senza una una preparazione adeguata. Disputare poi tutte le partite a porte chiuse, al di là dell’aspetto economico che penalizzerebbe le società, vorrebbe dire svilire uno degli aspetti più importanti del calcio: la passione del pubblico. Senza parlare delle conseguenze legali che lo slittamento del campionato a dopo il 30 giugno comporterebbe, soprattutto per quanto riguarda i contratti in essere e i rinnovi. Ma il motivo più importante per cui non sarebbe un bene riprendere il campionato in una situazione sanitaria ancora fuori controllo è senza dubbio il rischio di contagio tra i calciatori o tra gli altri presenti sul campo, contagio che potrebbe poi diffondersi a macchia d’olio al di fuori degli stadi. Movimentare una cinquantina di persone per ogni squadra sarebbe quindi estremamente pericoloso, nonostante le precauzioni.
Ecco alcune dichiarazioni rilasciate in merito da Giovanni Rezza, componente del Comitato tecnico scientifico del Governo, durante una conferenza stampa della Protezione Civile: “Se dovessi dare un parere tecnico non lo darei favorevole e credo che il Comitato tecnico scientifico sia d’accordo. Poi sarà la politica a decidere…”. “…Il calcio è uno sport di contatto quindi comporta dei rischi di trasmissione. Qualcuno ha proposto un monitoraggio stretto sui calciatori, con test quasi quotidiani, a me sinceramente sembra un’ipotesi un po’ tirata. E poi siamo quasi a maggio…”.
La situazione, insomma, non è affatto facile e l’ultimo decreto con il quale il governo ha vietato gli allenamenti fino al 3 maggio ne è la conferma. A tal proposito riportiamo le parole del Presidente del Consiglio Giuseppe Conte: «La tutela della salute è al primo posto, è giusto pensare agli interessi economici e al nostro tessuto produttivo ma per allentare le misure e per poter ripartire in condizioni di sicurezza, serve tempo. Non siamo ancora in quella condizione, bisogna attendere. Quello che posso promettere è che se prima del 3 maggio dovessero presentarsi le condizioni, ne ridiscuteremo». Il che vuol dire che nessuna decisione sulla ripartenza del campionato di Serie A potrà essere presa prima della data indicata da Conte.
Roberto Rey