
Man City-Napoli 2-0, in 11 contro 10
Manchester City – Napoli 2 – 0 (56° Haaland, 65° Doku)
MANCHESTER CITY (4-3-3): Donnarumma; O’Riley, Khusanov, Ruben Dias, Gvardiol (80′ Ake); Foden, Rodri (60′ Nico Gonzalez), Reijnders (80′ Lewis); Bernardo Silva, Haaland (80′ Bobb), Doku (69′ Savinho). All. Guardiola.
NAPOLI (4-1-4-1): Milinkovic-Savic; Di Lorenzo, Beukema, Buongiorno, Spinazzola; Lobotka (71′ Gilmour); Politano (54′ Olivera), De Bruyne (26′ Olivera), Anguissa (71′ Elmas), McTominay; Hojlund (71′ Neres). All. Conte.
Che fatica vincere con questo Napoli: Pep Guardiola ringrazia l’ingenuità di Di Lorenzo, ringrazia “la grande prestazione dell’arbitro tedesco”, ringrazia le due giocate di Haalan e Doku e pregherà di non incontrare nuovamente questo Napoli.
Per Antonio Conte invece l’amarezza di non aver potuto confrontarsi 11contro 11 nei 90 minuti regolamentari con la (quasi) certezza che si sarebbe assistito ad una grande partita.
Inizia la gara con il Napoli in pressing e Doku interviene su Politano; al 9° ci prova Reijnders e Savic manda in angolo. Al 17° grande occasione Napoli con Beukema, ma Donnarumma salva e al 18° cambia la partita: fallo di capitan Di Lorenzo che ferma Haaland lanciato a rete, revisione al Var e rosso per chiara azione gol. E qui finisce “quella” partita che Conte aveva preparato e inizia una difesa a oltranza che per spirito di gruppo e abnegazione si conclude con un passivo di 2 gol. Conte deve chiamare in panchina De Bruyne per mettere in campo Olivera e dare una nuova direttiva nel tentativo di restare imbattuti.
Si ritorna in campo e per i tifosi azzurri che tingono uno stadio quasi silenzioso, c’è solo la speranza di arrivare al fischio finale senza danni; invece, dopo la sostituzione di Juan Jesus per Politano sfinito e ammonito, arriva la prima pugnalata. Foden offre un assist per la testa di Haaland che insacca superando Savic. Passano quasi dieci minuti in cui il Napoli si difende ad oltranza e arriva il raddoppio con Doku che batte Savic rasoterra. Entrano Elmas, Neres, Gilmour per tre eroi sfiniti come Hojlund, Anguissa e Lobotka per reggere e difendere la grande impresa di una sconfitta che non toglie certezze ad una squadra che ha lottato con grinta ma soprattutto con personalità.
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