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Manca poco, Italia e Spagna scenderanno sull’erba di Wembley per disputare la semifinale di Euro 2020.

La stampa spagnola di un certo chichè scandalistico, è ricaduta nel solito veleno di quart’ordine come El Mundo nell’articolo di opinione “La solita Italia”  prendendo di mira  capitan Chiellini e compagni. “Lui e Bonucci appaiono agli occhi del giornalista come «due ragazzi in giacca e cravatta, rasati male e con le palpebre cadenti, che ti piantano le mani sul petto in un ristorante vuoto con le tovaglie a quadretti  così da non far avvicinare nessuno a Donnarumma, o al tipo con il garofano all’occhiello che mangia da solo un piatto di spaghetti».

Insomma, El Mundo utilizza l’immaginario della criminalità organizzata per descrivere il reparto difensivo degli Azzurri.  E ancora offende: “Non sono tipi abituati a vincere le partite. Sono ragazzi abituati a partecipare a funerali di vittime di crimini commessi da loro stessi per porgere le condoglianze – conclude -. Ricardo Colmenero, autore dell’articolo, prende di mira le sceneggiate degli italiani. Sempre di Chiellini, afferma che si è rivolto – nel quarto di finale contro il Belgio – all’arbitro Slavko Vincic interpretando un lamento all’altezza del pianto del terzo atto del Rigoletto. Un altro luogo comune – in Italia lo definiremmo razzismo territoriale – è rivolto poi a Immobile, il quale «sta agonizzando a terra per una ferita che sembra mortale, e miracolosamente si riprende per festeggiare» il gol di Barella.

Ma oltre al gossip e a qualche articolo di colore raccolto da Open,  la stampa spagnola rende conto all’Italia della sua evoluzione sotto la gestione Mancini.  ” L’Azzurra meno italiana che si ricordi” è il titolo di un articolo del Mundo Deportivo, il quale esalta la lontananza dal «catenaccio». Scrive Javier Alfaro: «Questa Italia, costruita su un vistoso 4-3-3, è una squadra molto creativa. Oltre a dominare nel possesso palla, qualità nota, si sta distinguendo per l’ottima gestione che fa dello stesso. Lungi dall’essere una squadra piatta e prevedibile, sa dominare a piacimento il ritmo della partita, imprimendone uno alto quando sente l’odore del sangue dell’avversario, intorpidendo il gioco quando, invece, è necessario». Lo stesso quotidiano, in un altro pezzo, individua in Verratti il  chiaroveggente del centrocampo azzurro. «Spagna, devi bloccare Verratti – scrive il giornalista, sottolineando – la media di 4 passaggi chiave a partita del giocatore italiano, un record superiore alla media di 3,3 del belga De Bruyne». Non basterà, tuttavia, fermare il centrocampista del Psg per arrestare il gioco della «Azzurra meno italiana che si ricordi». O sarebbe meglio dire, dell’Italia più azzurra degli ultimi anni.

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